Festival Nazionale di Diritto e Letteratura “Città di Palmi”, a breve la settima edizione
Il Festival Nazionale di Diritto e Letteratura “Città di Palmi” vince le incertezze dell’era Covid 19 e punta ad incontrare per la settima volta il suo pubblico, sempre più numeroso, seppure nel rispetto di tutte le prescrizioni previste dalla normativa antipandemia.
La manifestazione, nata a Palmi ma affermatasi fino a diventare un vero e proprio evento nazionale, punta a replicare il successo delle precedenti edizioni affrontando un tema complesso come quello del concetto – valore della cittadinanza e delle sue interrelazioni con la città, vista non solo come spazio architettonico urbano ma anche come “luogo di conflitti e di diritti”, come afferma Antonio Salvati, magistrato ideatore del Festival e presidente dell’omonima associazione chiamata ad organizzare l’evento.
“Come sempre – continua Salvati – ci muoveremo nelle terre di mezzo, nei luoghi dove le idee si contaminano, mescolandosi fino a far intravedere qualcosa che prima non c’era, oppure che non si riusciva a scorgere. Il dibattito giuridico sulla nozione e sul valore della cittadinanza è in corso da secoli: basti pensare, in tempi recenti, alle accese discussioni sullo ius soli e sul superamento dello ius sanguinis con lo ius culturae. Noi discuteremo di tutto questo, e delle molteplici interazioni tra cittadinanza e spazio urbano, ma senza commentare leggi o compulsare codici. Daremo spazio alla pittura, alla letteratura, ad ogni forma di rappresentazione artistica: e chissà che in questo modo non si riescano a cogliere spunti che sfuggono ad un approccio esclusivamente tecnico-giuridico”.
La commistione tra linguaggi ed esperienze diverse è il dato che caratterizza il Festival fin dalla prima edizione, e che ha portato negli ultimi anni all’appassionata partecipazione di studiosi internazionali del calibro di Francois Ost, di scrittori come Gianrico Carofiglio, Paolo Rumiz e Piergiorgio Odifreddi, di artisti come Moni Ovadia, Fabio Canino e Francesco Montanari).
Ne è convinto il coordinatore scientifico del Festival Daniele Cananzi, professore di Filosofia del Diritto presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria dove insegna anche Diritto, Letteratura e Cinema e direttore del CRED – Centro di Ricerca per l’Estetica del Diritto dell’Università Mediterranea, il quale sottolinea l’estrema attualità del tema scelto per l’edizione 2020.
“A ben vedere – afferma Cananzi – interrogarsi su città e cittadinanza non costituisce solo un imperativo improcrastinabile ma addirittura un’urgenza della storia: la pandemia ha reso tutte le persone cittadini di un’unica città, quella umana, che è finita sotto assedio da un virus che non bada a confini politici o geografici, culturali o naturali, di censo o di età. Ecco perché con il Festival puntiamo a discutere anche su cosa sarà la cittadinanza, in futuro, e quindi cosa significherà in concreto l’essere cittadino. Ma non solo: l’idea della città che ci proviene dai modelli comunali e dall’esperienza sette-ottocentesca saprà reggere alle nuove sfide della contemporaneità, oppure dovremo modificare lo stesso termine “città” per descrivere le aggregazioni sociali del futuro, magari fino a rinunciarvi del tutto? Sono domande alle quali la chiave di diritto e letteratura può dare risposte sorprendenti”.
“Il Festival Nazionale di Diritto e Letteratura è ormai da tempo una delle eccellenze culturali della nostra città – sottolinea il sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio – ed ha dimostrato in questi anni come la formula del turismo culturale non sia solo un valore astratto ma un obiettivo raggiungibile, visto l’incremento di visitatori sempre registrato in occasione della manifestazione. Quest’anno l’emergenza Covid ha messo in secondo piano questo aspetto, ma del Festival se ne parla sempre più a livello nazionale, e questo ci rende orgogliosi”.
Evidenzia la rilevanza del messaggio del Festival l’avvocato Nino Parisi, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palmi, secondo cui “eventi come questo manifestano l’importanza della giustizia come intimo bisogno dell’essere umano, che trova espressione non solo nelle aule dei tribunali, grazie al ruolo essenziale dell’avvocatura, ma anche nell’arte e nella letteratura. Una chiave di lettura sempre originale e interessante, che fin dalla prima edizione ci ha convinto dell’importanza di questa manifestazione”.
Un pensiero, questo, pienamente condiviso dall’avvocato Rosario Infantino, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Calabria, per il quale “la realizzazione di una sessione dedicata al ruolo dell’avvocatura è un momento di riflessione importante in un’epoca complicata. Ce ne saranno tanti altri in futuro, in un’ottica di collaborazione con il Festival che intendiamo veder crescere ed ampliarsi sempre più”.
Tra le tantissime iniziative in programma sono previsti incontri con personaggi come Luca Barbareschi e Simonetta Matone (impegnati a discutere di cittadinanza e fake news prendendo spunto dal celebre caso Dreyfus); relazioni di studiosi come Massimo La Torre, Carmela Salazar, Aglaia Mc Clintock, Ottavio Amaro e Massimo Rocca; un processo simulato che vedrà sul banco degli imputati addirittura una metropoli, Napoli, che con le sue contraddizioni rappresenta tutte le città del mondo (a difenderla, il suo sindaco Luigi De Magistris; a giudicare, Domenico Ciruzzi, presidente della Fondazione Premio Napoli); il racconto dell’esperienza dell’European Spirit of Youth Orchestra, tanto cara a Paolo Rumiz, con le parole del suo fondatore, il maestro Coretti Kuret e l’esibizione di Aleksandra Latinovic al violino e Daniele Ciullo al piano; una sessione dedicata alla street art con la live performance di Jorit, autore dei giganteschi murales che da Napoli si sono fatti apprezzare in tutto il mondo. Tra gli eventi speciali, confermata la collaborazione con la Scuola Holden di Alessandro Baricco per la realizzazione di un workshop di scrittura creativa tenuto da Eleonora Lombardo.