Tamponi, la denuncia di Anastasi: «Piana e Locride figlie di un dio minore»
«Centinaia di migliaia di cittadini che per curarsi fanno riferimento agli ospedali di Polistena e di Locri non possono essere considerati figli di un dio minore. Nei due presidi sanitari più importanti della Piana di Gioia Tauro e della Locride le attese per ricevere il responso dei tamponi per rilevare il Covid-19 sono lunghissime, molto superiori a quelle del Gom di Reggio Calabria. Eppure tale condizione di disparità sociale, che sta causando grave disagio alla popolazione, si potrebbe risolvere con l’acquisto di una strumentazione che costa poche migliaia di euro». È quanto dichiara il capogruppo di “Io resto in Calabria” in Consiglio regionale Marcello Anastasi, che fa sapere di avere incontrato i responsabili dei Laboratori analisi dei due nosocomi e di aver investito della questione la dirigenza dell’Asp di Reggio Calabria. In particolare, Anastasi ha avuto un colloquio telefonico con il direttore sanitario dell’Asp reggina Antonio Bray e ha poi incontrato la dottoressa Angela Minniti, direttrice del settore Provveditorato, Economato e Gestione Logistica della stessa Azienda sanitaria.
«Se da un lato è vero che alcune carenze di organico pregiudicano la piena operatività degli uffici amministrativi – aggiunge Anastasi – è comunque innegabile che non si possono generare delle disparità tra territori quando si ha a che fare con il diritto alla salute di oltre 300mila persone, specie in un momento di emergenza come quello attuale in cui in un Comune come Sinopoli si valuta la “zona rossa” per l’impennata di contagi. Per questo – spiega il capogruppo di IRIC – mi sono premurato di consegnare la documentazione tecnica relativa alla strumentazione necessaria a processare più velocemente i tamponi alla dottoressa Minniti, che ha acquisito il fascicolo rimarcando la necessità di verificare la fattibilità dell’acquisto.
Pur comprendendo tali ragioni, ho comunque fatto presente come l’ordine vada fatto al più presto per avere l’eventuale consegna in tempi ragionevoli. Avere a disposizione una tale strumentazione permetterebbe di evitare episodi che, anche di recente, hanno causato la chiusura di reparti e la paralisi di interi ospedali per la presenza di pazienti che, in attesa dell’esito del tampone, sono stati ricoverati e poi sono risultati positivi. Gli ospedali devono spesso fronteggiare situazioni simili con ricoveri di una certa urgenza per i quali è ancor più necessario ridurre i tempi dell’esito del tampone. Non si tratta di campanilismo – conclude Anastasi – ma di riconoscere il diritto alla salute degli abitanti della Piana e della Locride».