Operai Metallurgici Calabria: riunione Fiom-Cgil a Lamezia
Il rinnovo dei CCNL, le questioni industriali nella Calabria, le dinamiche del mercato del lavoro ed i fabbisogni professionali, gli investimenti e la programmazione dei fondi strutturali, la gestione della fase covid19 e gli impatti sull’occupazione e sull’uso degli ammortizzatori sociali, il confronto col Governo e la Giunta Regionale sono stati al centro della discussione del Comitato Direttivo della Fiom-CGIL della Calabria riunitosi stamane a Lamezia Terme.
Un intenso e proficuo dibattito nel quale i delegati delle aziende metalmeccaniche, componenti del direttivo, hanno convenuto all’unisono sulla necessità di sostenere con tutte le modalità, che verranno individuate, l’azione della FIOM nazionale, unitariamente a Fim e UILM, per il rinnovo del contratto con Federmeccanica partendo dalla centralità del salario con il riconoscimento dell’8% sul trattamento minimo tabellare per come proposto in piattaforma.
Soprattutto in Calabria, per la debolezza e gracilità delle aziende che rende scarsissima la contrattazione di secondo livello, ripristinare il ruolo di “autorità salariale” al Ccnl diventa essenziale per consentire il recupero salariale fortemente indebolito in questi anni.
A tal fine il Comitato Direttivo regionale impegna tutte le sue strutture nel territorio a programmare non solo la convocazione dei propri organismi, ma a ricercare con FIM e UILM l’unità nell’indizione di un piano diffuso di assemblee in tutte le aziende per costruire con i lavoratori la consapevolezza della partita aperta e la partecipazione alle eventuali mobilitazioni e scioperi necessari. La Fiom allo stesso tempo si rende disponibile ad una mobilitazione intercategoriale e confederale per unire tutte le vertenze che hanno al centro il diritto al CCNL, al giusto salario, al superamento della precarietà ed al dumping contrattuale enormemente diffusi in Calabria in una logica di competizione al ribasso che ha nuociuto anche alla buona impresa e favorito degenerazioni criminali ed infiltrazioni ndranghetiste nell’apparato produttivo e nei servizi.
L’apparato industriale calabrese ha vissuto in maniera complicata questo periodo anche per la permanente assenza di politiche industriali adeguate sia nazionalmente che regionalmente. Serve un radicale cambio di passo, anche per dare concretezza agli annunciati investimenti previsti dall’Unione Europea, del Governo centrale, con i diversi interventi. L’espansione della produzione industriale, manifatturiera e di servizio ( si pensi ai servizi idrici, energetici, telematici, della depurazione della lavorazione dei rifiuti) nonché alle reti possono consentire alla Regione non solo di determinare una svolta nella sua capacità di produrre ricchezza ma di sviluppare l’espansione occupazionale e la qualità sociale oggi assolutamente inadeguata. La Fiom-Cgil della Calabria, di concerto con la Cgil regionale, rivendica l’attivazione urgente di un tavolo regionale sui temi dei fabbisogni professionali e delle politiche attive del lavoro.
L’unità dei lavoratori, l’accresciuta consapevolezza che è in corso nel Paese il tentativo di emarginare la rappresentanza collettiva del lavoro, di utilizzare anche elementi come lo smartworking non per accrescere il benessere sociale ma per ridurre gli spazi di democrazia economica e di contrattazione collettiva, rendono possibile una mobilitazione consapevole. Il lavoro, i diritti, la solidarietà e la giustizia sociale, devono ritornare ad essere il centro delle politiche pubbliche e dell’agire privato , nell’interesse del Bene Comune e per costruire il futuro.