Sale slot, l’allarme del Csi di Reggio: “Rimangono aperte mentre oratori e campetti chiudono”

Reggio Calabria Attualità

“Il campetto, la strada, la piazza sono off–limits, mentre le sale slot rimangono aperte. Scusate la retorica, ma ci viene da domandarsi: a che gioco stiamo giocando? Quale promiscuità è punita, quale è concessa”. È quanto si domanda Paolo Ciccù, presidente del Csi di Reggio Calabria, dopo l’aver ricevuto la segnalazione che alcuni ragazzini si sono ritrovati per giocare a pallone in una sala slot.

“Dopo anni di attività sul campo ci stiamo interrogando, secondo coscienza e con forte tensione emotiva, su che fine faranno i ragazzi che vivono i quartieri–ghetto delle nostre città, aree borderline della solitudine urbana dove, spesso e volentieri, il ritrovarsi al campetto era una scialuppa di salvataggio. Come Csi, oggi, non possiamo abitare quegli spazi: non possiamo seguire i ragazzi di Arghillà o del Rione Marconi, perché la loro attività sportiva è amatoriale, lontana dall’essere strutturata, protetta, federale. È sbagliato fare la guerra tra poveri, ma ci chiediamo, con ostinata incertezza, se qualcuno si sta ponendo il problema di tutelare lo Sport di Comunità”, afferma in una nota.

“Durante i mesi del lockdown, abbiamo elaborato una proposta di Sport di Comunità che facesse rivivere i cortili, luoghi cari ai giovani degli anni ‘80 e ‘90. E dopo averlo progettato, lo abbiamo fatto: siamo scesi a giocare. Come? Siamo andati in giro per la provincia di Reggio Calabria, da Locri alla Ciambra di Gioia Tauro. Con semplicità, riproponendo i ‘giochi della nonna’” continua Ciccù. “Facendolo in massima sicurezza, avendo adottato un protocollo nazionale, SafeSport, che mette al primo posto la salute dei ragazzi. Bene, crediamo che la modellizzazione di quella esperienza possa evitare che le strade dei quartieri, specialmente i più difficili, si svuotino andando ad allargare, inesorabilmente, la platea di sale slot e piazze di spaccio”.

“Oratori e campetti chiusi, a Reggio Calabria, alcuni bambini 'si divertono' all'interno di sale slot che, invece, rimangono aperte e non sono fonte di contagio. La sorte dei ragazzi residente nei quartieri 'difficili' delle Città, spesso ostaggio della solitudine o nel peggiore dei casi delle devianze. La pandemia è un mostro invisibile da combattere e non è semplice bilanciare la volontà di arginare la diffusione epidemiologica con la tutela delle libertà individuali”, conclude.