Bando “Grandi eventi”, Ruggero Pegna scrive al presidente f.f. Spirlì
Ha scritto una lettera al presidente facente funzioni, Nino Spirlì, il promoter e autore Ruggero Pegna. E nella missiva chiede alla Regione di “comprendere lo stato d’animo e la situazione in cui, oggi, per colpe non proprie, versa chi ha creduto che questo settore potesse essere vitale anche per la nostra regione, e vorrà valorizzare il lavoro svolto, contribuendo al superamento di un periodo inimmaginabile solo ad inizio anno. In questo settore siamo tra i primi in Italia, ci dispiacerebbe essere considerati ultimi, o non essere affatto considerati, proprio dalla politica regionale”.
Una richiesta arrivata dopo il nuovo Dpcm e in riferimento al bando “Grandi eventi”. Nella lettera Pegna parla della crisi del settore dello spettacolo dal vivo e della produzione culturale, il settore “più colpito dalle misure anti contagio del Covid19. In particolare, quello dei Grandi Eventi è completamente in ginocchio. Si tratta delle aziende e degli operatori che, storicamente, hanno prodotto e assicurato al pubblico calabrese i più prestigiosi e attesi eventi musicali e di spettacolo in genere, contribuendo fortemente all’ispessimento dell’immagine della Calabria e alla sua promozione.
“Gli operatori che, a proprio rischio, negli ultimi decenni hanno consentito alla Calabria di essere competitiva con le maggiori realtà italiane, almeno in questo settore, portandola nella serie A dello spettacolo e rispondendo, peraltro, alla forte domanda di giovani, cittadini e turisti rivolta ai più importanti eventi nazionali e internazionali, non possono e non devono essere abbandonati alla chiusura delle loro attività.
“La fine di imprese e operatori che ideano, scrivono e producono grandi eventi, festival, rassegne, sarebbe anche un duro colpo all’occupazione, soprattutto giovanile, essendo un comparto che costruisce professionalità ad alta specializzazione in vari ruoli, offrendo sbocchi occupazionali inediti per la Calabria e di grande interesse per le nuove generazioni: artisti, autori, tecnici, scenografi, light design, backliner, addetti in servizi di ogni tipo”.
E in riferimento al bando, Pegna scrive di aver creduto che il bando “potesse, nei limiti delle capienze imposte, dare un sostegno importante alla prosecuzione di Festival già ritenuti Storicizzati, con conseguente aiuto a chi li produce; ma, ad oggi, a tre mesi dalla scadenza delle domande e a due mesi da quella indicata nello stesso Avviso per la pubblicazione delle graduatorie, non c’è alcun riscontro, anzi si è appreso dalla stampa della sostituzione della Commissione esaminatrice delle proposte e del Rup a causa di irregolarità riscontrate, oltre alla seguente sostituzione del Direttore Generale dell’Assessorato competente. I danni prodotti da questo ritardo ai produttori calabresi di tali Festival (ripeto: già riconosciuti Storicizzati dalla Regione Calabria negli anni scorsi), sono enormi”.
Anzi, per Pegna “si è assistito all’abolizione della Legge13, che di fatto sosteneva piccole e medie imprese del settore e, al contempo, alla riduzione drastica dei budget indirizzati ai bandi Grandi Eventi e della Cultura in generale. Una riduzione penalizzante proprio per uno dei settori vitali per la crescita di questa Regione e la formazione dei giovani, peraltro nel momento in cui ci sarebbe stato, invece, bisogno di maggiori risorse. Sono certo che ciò non corrisponda alla sua sensibilità verso la Cultura e questo comparto in particolare, le cui molteplici valenze Le sono ben note”.
Quindi il riferimento “al coinvolgimento di figure famose nel campo del cinema e della televisione, anche con ingenti risorse assegnate senza alcun bando e senza obbligo di rendicontazione, con esiti a dir poco discutibili, come nel caso dello spot ideato e diretto da Muccino. Tutto ciò mentre i professionisti calabresi che, con grandissimi sacrifici e difficoltà, hanno deciso di continuare a vivere e operare in questa regione, con una produzione di spettacolo e cultura di altissimo livello anche mediatico, divenendo figure di spicco nei vari comparti del grande Spettacolo e della Cultura, sono costretti ad attendere mesi per spartirsi risorse esigue, sottostando a lungaggini burocratiche di ogni tipo, e perfino anni per vedersi saldati i Festival realizzati dopo la verifica di ogni centesimo speso”.