Abramo customer care, circolo Pd Lauria scrive al ministro

Calabria Attualità

“Garantire la salvaguardia del posto di lavoro dei più di 4000 dipendenti, anche attraverso il coinvolgimento di Invitalia, dopo che la stessa proprietà ha dichiarato di considerare l’azienda sul mercato; tutelare i diritti dei lavoratori e i beni di questi congelati in attesa di constatare l’ammissibilità del concordato preventivo; aprire e guidare un vero e sano dialogo, con la proprietà, i lavoratori e i sindacati”.

Sono le proposte avanzate dal circolo Pd “Enzo Lauria” di Catanzaro e dai Giovani democratici di Catanzaro al ministro dello Sviluppo economico, al segretario del Partito democratico, ai segretari di Cgil, Cisl e Uil, al prefetto e al sindaco di Catanzaro, al presidente facente funzioni della Regione, e all’assessore regionale al Lavoro per tutelare i lavoratori dell’Abramo Customer Care.

Nel documento i firmatari parlano di “un anno di imprevisti e di incertezze, che si aggiungono alla già difficile situazione legata alla pandemia di Covid-19 per più di 4000 dipendenti dell’Abramo Customer Care, un’azienda legata profondamente al presente e al futuro di molti calabresi, i quali rappresentano una grande parte degli stakeholders. A inizio anno la situazione si fa critica: la proprietà comunica che banche e investitori si sono tirati indietro ed inizia un lungo periodo di crisi, ritardi nei pagamenti, trattenute e cassa integrazione. I dipendenti, che si trovano sparsi in diverse regioni di Italia, iniziano un periodo che alterna giorni di lavoro a giorni di cassa integrazione, che ha ricadute diverse sui rami dell’azienda, la quale, lavorando per commesse, si trova in situazione di forti differenze tra una commessa e l’altra.

“A tutte queste problematiche c’è da aggiungere ovviamente che nel periodo di marzo l’azienda ha dovuto anche fronteggiare le problematiche dovute per le misure di contrasto e contenimento dell'emergenza Covid-19. Ad oggi i dipendenti, dopo il concordato preventivo presentato dall’azienda, si trovano in una situazione di particolare instabilità: cassa integrazione per quanto riguarda una parte dei guadagni del mese e mese di settembre pagato al 70%; congelato il TFR, le ferie, il 30% del mese di settembre e il mese di ottobre.

"La proprietà ora comunica che, aspettando il risultato dell’esame del concordato preventivo, l’azienda può essere considerata in vendita, ma nessuno sa ancora se ciò riguarderà la totalità o i rami di questa, ragionando per commesse. Come possiamo apprendere dai sindacati, inoltre, per i lavoratori è anche impossibile scioperare visto la struttura organizzativa dell’azienda: non lavorando questa potrebbe perdere le commesse che sono legate a soggetti esterni”.

Per questo il circolo del Pd e i Gd hanno deciso di rivolgersi alle istituzioni per tentare di trovare una soluzione.