Agricoltura: Pd chiede stato di crisi per cipolla rossa di Tropea

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Dichiarare lo stato di crisi di calamità naturale per le produzioni della cipolla rossa di Tropea. E' la richiesta avanzata dal parlamentare del Partito Democratico Nicodemo Oliverio, capogruppo in Commissione Agricoltura alla Camera, in una interrogazione a risposta scritta al Ministro delle Politiche agricole. "L'area storica di produzione in Calabria - scrive Oliverio - e' il territorio di Capo Vaticano nel comune di Ricadi, ma il nome "Rossa di Tropea" deriva dal semplice fatto che le spedizioni in tutto il mondo delle cipolle avvenivano dalla scalo ferroviario di Tropea, il centro più importante e conosciuto della zona. La distesa del promontorio di Capo Vaticano che si propaga verso Tropea - Parghelia ed e' caratterizzata da lussureggianti orti, famosi per la "Rossa di Tropea". La cipolla viene ora coltivata sui terrazzamenti del Monte Poro, di Ricadi e lungo la costa da Nicotera fin oltre la piana di Lamezia Terme. La dolcezza della cipolla rossa di Tropea dipende, oltre che dalla varietà, dal particolare microclima, dai terreni sabbiosi che si trovano in prossimità del mare lungo la costa tirrenica. Tutte le operazioni colturali, vengono eseguite a mano dai contadini del posto. Le tecniche di lavorazione della cipolla sono tramandate da una generazione all'altra, e oggi la vendita di questo prodotto contribuisce allo sviluppo socio-economico della zona. Ricca di glucosio, potassio e sodio, ma con pochi grassi - sottolinea il deputato del Pd - la "Rossa di Tropea" viene anche tradizionalmente utilizzata per curare le infezioni intestinali, per prevenire malattie cardiovascolari, per la calcolosi renale e la pertosse. La cipolla rossa di Tropea ha ottenuto il marchio di prodotto a denominazione di origine e indicazioni geografiche protette (IGP) nel luglio 2007, perché prodotto quasi irripetibile rispetto ad altre tipologie di cipolle in commercio anche per il contenuto di caroteni. Per avere le suddette qualità deve essere coltivata esclusivamente in terreni con caratteristiche particolari che si riscontrano solo nella zona del vibonese". "La coltivazione della cipolla rossa di Tropea - aggiunge l'esponente democratico - genera reddito ed occupazione e, quindi, svolge un ruolo positivo nell'economia regionale della Calabria. La produzione lorda vendibile e' pari a circa 10 milioni di euro. La produzione media annuale si aggira sulle 20-26.000 tonnellate, a fronte di una superficie media coltivata di circa 600 ettari. Il prodotto viene commercializzato in Italia e all'estero e soprattutto in Germania, Francia, Austria, Svizzera e Svezia". Oliverio, quindi, nell'interrogazione al Ministro sottolinea che "a seguito delle forti piogge che hanno colpito la Calabria e in particolare la provincia di Vibo Valentia, nelle scorse settimane, da una verifica effettuata dalla Coldiretti Calabria nei comuni della fascia tirrenica vibonese - dove e' concentrata la maggiore produzione - comprendente Ricadi, Tropea, Parghelia, Zambrone, Briatico, Pizzo e le frazioni di Portosalvo, Vibo Marina e Bivona, si e' rilevato che, su una superficie agricola di circa 300 ettari, utilizzata per la coltivazione del "cipollotto", "fresco" e "da serbo", si e' verificato un danno economico che ha interessato circa 120 ettari di superficie coltivata, pari al 60 per cento, della produzione, i cui danni vengono stimati complessivamente in 1.270.000,00 euro; il mancato reddito viaggia su cifre astronomiche di quasi 18 mila euro ettaro, basti pensare che per il realizzarsi del prodotto il solo costo unitario di manodopera ammonta a oltre 15 mila euro. In un ettaro di terreno se normalmente si ricavavano 400/600 quintali di prodotto, quest'anno non si sta superando la soglia del 40 per cento, prodotto comunque non vendibile poiché di "seconda categoria" e di pezzatura ridotta. Le imprese produttrici sono estremamente preoccupate, per la campagna 2011 erano state messe a punto strategie di marketing tali da prevedere il triplicarsi delle quantità prodotte e certificate con marchio Igp. Il rallentamento delle vendite, dovuto alla mancanza di prodotto, sta determinando forti passività alle tante aziende che avevano investito sulle maggiori produzioni. Per questo - conclude Nicodemo Oliverio - risulta urgente adottare provvedimenti di carattere economico in grado di sostenere gli agricoltori e gli imprenditori che producono la cipolla di Tropea colpiti dalla crisi".