Sanità, il commissario Longo: “Ho accettato come atto d’amore per la Calabria”
Un atto d’amore per la Calabria. È la motivazione che ha spinto Guido Longo ad accettare la nomina da commissario per il rientro del debito sanitario in Calabria.
Il prefetto ha tracciato quelle che saranno le linee guida del mandato parlando prima all’Ansa e poi in un breve collegamento a Titolo V su Rai3. “Ho accettato di fare il Commissario per la Sanità - ha detto Longo - come atto d’amore verso la Calabria, che è la regione in cui mi sono formato professionalmente come funzionario di polizia. Il mio è anche un dovere istituzionale verso il Governo, che mi ha scelto e che ringrazio”.
Anche se in pensione, l’ex prefetto di Vibo Valentia ha ribadito di essere “un uomo delle istituzioni e se lo Stato chiama io accetto, non ho altre problematiche e non me le pongo”. Ha quindi affermato di aspettarsi “collaborazione dalle istituzioni locali”, confermando che le prossime settimane saranno impegnative perché, oltre alle difficoltà dell’incarico, “nella regione ci sono problematiche scottanti”.
Il suo intento è quello di “dare qualcosa di concreto al popolo calabrese” e ha quindi voluto puntualizzare che il suo arrivo in Calabria sarà caratterizzato dal background professione che si porta dietro, “mi insedierò tra pochissimo e mi renderò subito conto di quella che è la situazione in modo reale”.
Longo è stato dirigente della Squadra mobile, Dia e Servizio centrale, ma anche questore di Caserta, Reggio Calabria e Palermo. Un “uomo delle istituzioni” con importanti operazioni antimafia all’attivo, così come la cattura di numerosi latitanti, tra i quali Orazio De Stefano, Pietro Labate, Sebastiano Strangio, Francesco Nirta, Leoluca Bagarella, Francesco Schiavone “Sandokan”, Angelo Nuvoletta, Michele Zagaria, Antonio Iovine.