Animali macellati senza controlli sanitari: nei guai 6 veterinari e 2 macellai, ingenti i sequestri | I DETTAGLI

Crotone Cronaca

È in corso dalle prime ore di oggi un blitz dei carabinieri che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare - emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Crotone nell’ambito dell’operazione denominata “Fox”, svolta dal Nas di Cosenza sotto la direzione della Procura della Repubblica del capoluogo pitagorico.

Oltre 100 militari del Gruppo Tutela Salute di Napoli e dei Comandi Provinciali di Crotone, Cosenza e Reggio Calabria, sono entrati in azione con il supporto aereo di unità a pilotaggio remoto del Comando per la Tutela della Salute.

Le misure cautelari previste dal provvedimento sono otto e riguardano sei veterinari ufficiali in servizio presso l’Asp crotonese e due gestori di una struttura di macellazione carni di Strongoli.

SEI ARRESTI E DUE SOSPENSIONI

Nello specifico, sono in corso di esecuzione due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei gestori di uno stabilimento di macellazione carni di Strongoli, quattro degli arresti domiciliari e due di sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio a carico di altrettanti veterinari dell’Asp di Crotone, in servizio nei distaccamenti di Cirò Marina e Roccabernarda.

L’accusa è a vario titolo di accesso abusivo a sistema informatico, falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici, ricettazione, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio, contraffazione di sostanze alimentari, commercio di sostanze alimentari nocive e diffusione di malattie infettive animali.

IL SEQUESTRO DA 1 MILIONE

In corso anche il sequestro di stabilimenti ed allevamenti per un valore di oltre un milione di euro, e perquisizioni in 18 allevamenti delle province di Crotone, Cosenza e Reggio Calabria i cui titolari sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria.

LE INDAGINI

L’attività investigativa ha mosso i suoi primi passi nel 2019 in seguito ad una segnalazione interna al Servizio Veterinario e - svolta dal Nas di Cosenza sotto la costante direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone - ha riguardato l’intera filiera delle carni (bovine, suine ed ovi-caprine) nella provincia crotonese.

In particolare ha interessato - oltre ai soggetti destinatari della misura di oggi - anche 14 allevatori di bestiame, nei cui allevamenti i Carabinieri stanno eseguendo un decreto di perquisizione, anche mediante ricognizione aerea degli stessi effettuata dagli apparecchi SAPR – ovvero dei “droni” – in dotazione al Comando Carabinieri per la Tutela della Salute.

L’AIUTO PER “REGOLARIZZARE” I TRAFFICI

Grazie al meticoloso lavoro degli investigatori emergerebbe che i veterinari indagati, così da procurare dei vantaggi agli allevatori, abbiano posto in essere una gravissima serie di omissioni e di atti contrari ai doveri del proprio ufficio, come l’attestazione di profilassi anti-tubercolosi mai avvenute, l’alterazione dei prelievi di sangue effettuati su capi suini per consentirne la macellazione.

Ma anche l’intermediazione nel traffico illecito di marche auricolari, spesso appartenute ad animali deceduti per malattia e successivamente apposte ad altri capi abusivi così da sanarne la posizione illecita, o ancora l’inserimento e la revoca di false denunce di smarrimento di animali.

Più in generale sarebbe stato documentato, che i pubblici ufficiali coinvolti abbiano utilizzato in modo distorto l’Anagrafe Zootecnica informatizzata, in cui sarebbero stati registrati dati completamente avulsi dalla realtà ed inseriti al solo fine di “regolarizzare” i traffici commessi dagli allevatori indagati.

L’IMBROGLIO E LA CONSAPEVOLEZZA

Secondo gli inquirenti l’illeceità dei comportamenti era bene a conoscenza dei veterinari coinvolti che, infatti, la sottolineavano puntualmente nel corso dei colloqui telefonici con gli allevatori, anche per far loro “pesarel’interessamento speso.

In un caso infatti uno dei veterinari, parlando al telefono, ha commentato: “siete certi furbacchioni … tu ti vendi i vitelli, noi parliamo a telefono e poi… viene Gratteri!” evocando tra l’ilarità generale l’intervento dell’Autorità Giudiziaria.

IL “TERMINALE” DI STRONGOLI

Terminale delle condotte illecite sarebbe stato dunque lo stabilimento di macellazione di Strongoli sottoposto a sequestro, il cui gestore è stato arrestato insieme ad un’impiegata amministrativa che di fatto sovrintendeva a tutte le attività.

Presso il macello, nel corso dell’indagine, sono stati sezionati centinaia di capi tra bovini, suini ed ovi-caprini privi di qualsivoglia profilassi o certificazione sanitaria, le cui carni sono state in seguito vendute e sono finite sulle tavole di ignari consumatori.

(Notizia aggiornata alle 9.24)