Sacerdoti e fedeli bevono dallo stesso calice, il vescovo: “Errore grave”

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Ha parlato di attacchi mediatici Donato Oliverio, vescovo dell’Eparchia di Lungro. E lo ha fatto a seguito della notizia della celebrazione di un rito bizantino durante il quale il sacerdote ha fatto bere i fedeli tutti allo stesso calice.

Così, dopo l’episodio, il sindaco di Lungro, Giuseppino Santoianni, ha disposto al chiusura della chiesa ddi San Nicola di Mira.

Dopo giorni il vescovo ha deciso di parlare e ha affidato all’Adnkronos le sue parole. “Ogni anno, in questa tradizione bizantina – spiega mons. Oliverio -, si svolge la liturgia cosiddetta di San Giacomo, e si tratta di una liturgia particolare, che prevede che anche i fedeli possano attingere al calice. Però non era il momento, visto quello che stiamo vivendo. Ci sono delle norme molto precise e siamo obbligati per primi a rispettarle, tanto è vero che il sacerdote è stato redarguito”.

E in merito al video pubblicato sui social e poi rimosso Oliverio afferma che “il sacerdote ha avuto l’infelice idea di fare anche la diretta della liturgia, diretta ripresa anche da qualche fedele e poi fatta circolare. Ed è successo quello che è successo. Voglio però precisare che il sacerdote che ha fatto attingere i fedeli al calice non è positivo al Covid, si trova in quarantena per precauzione.

"Ad essere positivo è l’altro sacerdote di origini libanesi, che ha partecipato alla liturgia ma più che altro ha cantato. La liturgia è stata celebrata il 22 dicembre, giorno 23 il secondo sacerdote, prima di partire per il Libano, si è sottoposto al tampone ed è risultato positivo. Precedentemente, essendo un tipo scrupoloso, aveva fatto molti altri tamponi ed è sempre risultato negativo. Non si può escludere che l’attuale positività sia un errore”.

Ha quindi parlato del sacerdote protagonista della vicenda, “che ora è in quarantena e che stamattina è andato a fare il tampone, ha commesso un errore grave, noi siamo costernati e arrabbiati, lo abbiamo redarguito”.

Oliverio ha quindi concluso affermando che “il sacerdote che ha fatto bere i fedeli al calice, e che è negativo al Covid, lo ha fatto in buona fede, ovviamente, ma se anche la liturgia lo prevede, in periodo di pandemia non doveva farlo, è stata una forma di leggerezza. Bisogna stare attenti alle norme, dobbiamo dare l’esempio”.