Tallini torna in Consiglio regionale: “Accuse infamanti, disprezzo la ‘ndrangheta”

Calabria Attualità
Domenico Tallini

Domenico Tallini, ex presidente del consiglio regionale, è tornato sui banchi dell’assise. Dopo la sua sospensione a seguito dell’inchiesta Farmabusiness della Dda di Catanzaro (QUI), Tallini ha fatto un lungo intervento nel quale ha preso le distanze dalla criminalità organizzata, rigettando tutte le accuse. A richiamare in aula Tallini è stato il presidente del Consiglio regionale, Giovanni Arruzzolo, in apertura della seduta odierna.

Tallini è infatti indagato per concorso esterno e per voto di scambio politico-mafioso, ed era stato messo ai domiciliari. Tuttavia lo scorso il 17 dicembre, il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato la misura cautelare, disponendo la liberazione di Tallini (LEGGI), che adesso può così riprendere il suo posto di consigliere regionale.

Ha parlato di “vicenda surreale”, di “brutto incubo” e di “film dell’orrore” che non augura di vivere a nessuno. Poi ha assicurato che neanche “la drammaticità e l’assurdità di questi eventi” hanno annullato la sua “volontà di difendermi da accuse infamanti e al contempo senza fondamento. La difesa della mia onorabilità è oggi la mia principale ragione di vita, a cui dedicherò ogni energia, lo devo alle migliaia di persone che mi hanno onorato del loro voto e anche a voi colleghi che mi avete dato fiducia chiamandomi a presiedere questa assemblea”.

E ha ribadito più volte di non avere avuto contatti con la criminalità organizzata e di non aver mai tradito la fiducia dell’assise “sono lontano anni luce dagli ambienti criminali, disprezzo la ‘ndrangheta che considero, e l’ho detto in tutte le occasioni, la principale causa di arretratezza della nostra terra”, ha detto Tallini.

Ha quindi detto di non serbare “rancore nei confronti di chi ha chiesto ed emesso nei miei confronti la misura restrittiva dei domiciliari sulla base di accuse inconsistenti, discutibili, superficiali e campate sul nulla. Però, guai a delegittimare l’operato della magistratura, nemmeno quando si resta vittime come nel mio caso. La magistratura rimane una baluardo nella lotta alle mafie e all’illegalità. Non è certo questo il mio intento: proprio per questo parlo di abbagli, errori, errate interpretazioni, facendo salva la buona fede della Procura escludendo ogni ipotesi di inchiesta a orologeria o con lo scopo di eliminare un punto di forza di una colazione o di una parte politica.

"Ho avuto così tanta fiducia nella magistratura da mettermi subito a disposizione, con i miei difensori dei giudici e rispondere a tutte le loro domande, mi sono messo a disposizione al Tribunale della libertà che ha annullato la misura cautelare. Tutto ciò – ha quindi rilevato Tallini – non mi basta, non avrà un attimo di pace fino a quando non mi sarà restituita totalmente la mia onorabilità. Ho dimostrato la mia correttezza, non c’è un solo elemento o una sola prova di un mio contatto con la criminalità organizzata, che ho sempre tenuto a debita distanza, e che mi ha sempre tenuto a debita distanza”.