Reggio Calabria: 2 arresti e una denuncia per il tentato colpo al Banco di Napoli
I carabinieri Compagnia di Reggio Calabria hanno proceduto al fermo di due soggetti responsabili in concorso del tentato colpo al Banco di Napoli di Viale Zerbi avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì scorso. Una terza persona, anch’essa denunciata in concorso, non è stata sottoposta a misure precautelari poiché contestualmente arrestata nell’ambito dell’operazione “Reggio Sud”. Le persone fermate sono: Antonio Vita, 36 anni, guardia particolare giurata, in servizio presso l’Istituto di vigilanza privato della Sicurcenter; Carmelo Foti, 32 anni, titolare di un’impresa di lavori edili. La persona denunciata è: Mariano Benito Foti, alias “Mariolone”, 45 anni, pregiudicato, arrestato nella notte di venerdì nell’ambito dell’Operazione Reggio Sud.
I FATTI | Nella notte tra mercoledì e giovedì ignoti si sono introdotti all’interno dell’Agenzia Banco di Napoli di Viale Zerbi, e sono riusciti a raggiungere la cassaforte provando a forzarla. Al mattino seguente il direttore della banca e primi impiegati giunti nella sede, si sono accorti dei segni di forzatura sulla cassaforte, hanno chiamato i Carabinieri.
LE INDAGINI | Due aspetti si sono subito rivelati importanti. Il primo: il colpo è avvenuto in una zona centralissima ove vi è costante transito di auto e pedoni anche di notte. Questo è stato indicativo di una certa conoscenza del contesto in cui si operava e di una evidente sicurezza di chi eseguiva il colpo. Il secondo: le porte di accesso non presentavano segni di effrazione. Dopo aver effettuato un accurato sopralluogo con la Sezione Investigazione Scientifiche, si è proceduto a sentire il direttore e coloro che per primi erano arrivati sul posto. I carabinieri hanno proceduto altresì ad interrogare la guardia giurata che effettuava il giro di ispezione esterna. Quest’ultimo ha riferito di non essersi accorto di nulla durante il suo servizio. La vera sorpresa è arrivata quando, dopo alcune ore, è stato tecnicamente possibile visionare i filmati di videosorveglianza dell’Istituto. Le telecamere hanno distintamente ripreso la guardia giurata con la sua auto di servizio giungere presso la banca assieme ad un complice travisato, a cui ha consentito l’accesso all’interno dei locali. Le immagini sono inequivocabili. Immediatamente rintracciato, il vigilante ha reso piena confessione circa le sue responsabilità e quelle dei suoi complici. Alla presenza del suo difensore ha infatti raccontato ai militari che da tempo era stato contattato dal Carmelo Foti che premeva per organizzare un colpo ad un furgone portavalori.
Antonio Vita tuttavia ha riferito di essersi opposto a tale piano e di aver ripiegato su un colpo più agevole e mono rischioso ovvero la forzatura della cassaforte del Banco di Napoli. Mariano Foti, cugino di Carmelo, si sarebbe interessato per rintracciare un appartenente alla comunità rom capace di aprire la cassaforte una volta all’interno. L’appuntamento era fissato per la tarda serata di mercoledì e a quell’appuntamento Mario Foti si è presentato in compagnia del rom che poi è salito sull’auto di servizio della guardia giurata. Riscontri oggettivi sono arrivati, oltre che dai filmati, dai contatti telefonici ancora memorizzati sui cellulari al momento del fermo e dal sistema di videosorveglianza cittadino che ha registrato il passaggio delle auto dei due Foti mentre assieme transitavano per raggiungere il luogo dell’incontro.