Operazione Basso Profilo, indagati altri due imprenditori
Aumenta di altri due il numero dei soggetti indagati nell’ambito dell’inchiesta Basso Profilo (QUI), l’operazione della Dda di Catanzaro che giovedì scorso ha portato all’arresto di una cinquantina di persone accusate, a vario titolo, di essere legate alle cosche di Cutro, nel crotonese.
Il blitz ha visto il coinvolgimento anche di due nomi “eccellenti”, l’assessore al bilancio della Regione Calabria, Francesco Talarico, dell’Udc, ed il segretario nazionale dello stesso partito, Lorenzo Cesa (QUI).
Agli indagati già noti, dunque, secondo quanto riferisce l’Ansa, si aggiungono due imprenditori: Gianni Mazzei, che è tra l’altro presidente della sezione di Crotone dell’Ance, l’Associazione dei costruttori, e Antonio Melino.
Nell’inchiesta sono spiccati anche i nomi di un altro imprenditore, Antonio Gallo, ritenuto intraneo alla cosca dei Trapasso di San Leonardo di Cutro, e quello di Ercole D’Alessandro, ex luogotenente della Guardia di Finanza di Catanzaro accusato, tra le altre cose, di accesso abusivo a sistemi informatici.
Secondo gli inquirenti, l’ex militare avrebbe preso informazioni, illecitamente, su altre persone per scopi privati, simulando si trattasse di lavoro e l’avrebbe fatto, nella maggior parte dei casi, su istigazione della compagna, Odeta Hasaj (gastroenterologa di origini albanesi) oltre che di Mazzei e Melino, desiderosi di ottenere informazioni su un loro socio considerato reo di essersi appropriato di somme di denaro appartenenti agli altri soci e per poi sparire.
In cambio di lavori edili gratuiti nell’abitazione della figlia, D’Alessandro avrebbe effettuato delle visure dalle banche dati in uso alle Fiamme Gialle e contattato dei colleghi della polizia giudiziaria elvetica dopo avere appreso che il socio fosse emigrato in Svizzera, dopo una indagine per bancarotta fraudolenta.
Indagini improprie, quelle dell’ex finanziere, che sarebbero andate avanti da maggio a novembre del 2018.
Il luogotenente, sempre in base a quanto ricostruito dalle indagini, in quattro occasioni avrebbe indotto i colleghi a rilevare ogni genere di informazione sull'ex amministratore unico della società Hexagon srl, che ha sede a Simeri Crichi - che produce e commercializza energia da fonti rinnovabili – e nella quale, tra gli altri, erano soci Mazzei e Melino.
D’Alessandro si sarebbe fatto consegnare le informazioni dai colleghi sostenendo di dovere “riferire al Dottore”, millantando un rapporto con il Procuratore Capo di Catanzaro Nicola Gratteri.
Mazzei, inoltre, sarebbe stato raccomandato dal finanziere ai suoi interlocutori come “affidabile e solido imprenditore a cui affidare i lavori appaltati da enti pubblici”.