Operazione Basso Profilo. Dia: “imprenditore per il clan cutrese”, gli sequestrano i beni
La Dia di Catanzaro ha eseguito stamani il sequestro di un patrimonio di circa 4 milioni di euro ritenuto riconducibile ad un agente immobiliare arrestato nel gennaio del 2021 durante l’operazione Basso Profilo (QUI), ed al suo nucleo familiare.
Secondo gli inquirenti l’uomo sarebbe il promotore di una presunta organizzazione composta da società cosiddette “cartiere”, affidate a prestanome, e la cui funzione sarebbe stata quella di emettere ed utilizzare fatture per operazioni inesistenti.
I sigilli sono scattati per quattro complessi aziendali, comprendenti la società Grt Srls, con la quale si gestiva un noto pub della movida catanzarese, il ristorante Mops; l’azienda è intestataria anche di due auto di pregio. Le altre sono sono la G-Immobiliare Srls, la Non solo permute servizi immobiliari ed un immobile; e la Gisaste Srl con il relativo compendio aziendale e tre auto, una Range Rover, una Porsche e una utilitaria.
Sequestrate poi, le partecipazioni in tre società della ristorazione e della mediazione immobiliare; 31 fabbricati, tre terreni, tre auto, due motocicli, rapporti bancari, polizze assicurative, depositi a risparmio e buoni postali.
Il provvedimento - che arriva su proposta del procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, e del direttore della Dia, Maurizio Vallone - si fonda sulle indagini svolte, anche con software sofisticati, dagli specialisti della Direzione Investigativa Antimafia del capoluogo di regione con lo scopo di verificare la provenienza dell’ingente patrimonio dell’agente immobiliare e se sussista una sproporzione rispetto ai redditi dichiarati.
L’uomo, nell’ambito dell’inchiesta Basso Profilo, è indagato anche per associazione mafiosa: secondo gli investigatori apparterrebbe alla cosca dei Trapasso, ‘ndrina che farebbe parte della Locale di San Leonardo di Cutro, nel crotonese.
Gli inquirenti affermano che il soggetto “avrebbe apportato un peculiare contributo di tipo imprenditoriale, consistito essenzialmente nella gestione degli affari economici” dello stesso clan. La tesi è che con le fatture “false” avrebbe alimentato sia le cosche di Catanzaro che di San Leonardo di Cutro.