Webinar antimafia. Gratteri: “Delinquere non conviene. Faremo altre cose importanti”
Rapporti tra 'ndrangheta e colletti bianchi, ma anche tra 'ndrangheta e massoneria deviata e infiltrazione della criminalità nelle logge massoniche.
Tutto questo e anche altro è stato affrontato nel webinar voluto dal presidente della Commissione Parlamentare antimafia Nicola Morra e che ha visto come ospite il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri.
A moderare l’incontro, svolto in diretta Facebook per la rassegna "La mafia e l'antimafia", è stato il giornalista Michele Albanese, sotto scorta per le sue inchieste.
Lo stesso Albanese ha mosso le prime battute della confronto prendendo in prestito una frase simbolica: "La verità è tanto più difficile quanto più a lungo la si è taciuta", attribuendo queste parole al fatto che, in passato, la 'ndrangheta era stata sottovalutata ed oggi invece ha esteso le sue radici oltre confini diventando potentissima.
DELINQUERE NON CONVINE PIU'
Alla base dell’incontro c’è stato l’intento di far trionfare la legalità e far capire che oggi essere dei delinquenti non conviene più.
A ribadirlo, oltre a Morra che ha riacceso i riflettori sui sequestri milionari contro la criminalità e le ultime operazioni di questi giorni, è stato anche il Procuratore Gratteri, che ha dichiarato: “Delinquere non conviene più. In questi ultimi anni abbiamo toccato centri di potere che, una volta, non si pensava di toccare nemmeno nel subconscio. La gente comune apprezza questo”.
Dunque i molteplici arresti, anche nel mondo politico, passano come segnali positivi che lo Stato sta dando alla gente ma Gratteri si dice preoccupato del fatto che “c’è un ceto sociale medio che dovrebbe sulla carta capire quello che stiamo facendo e che invece esprime la solidarietà a persone che per noi hanno commesso reati anche gravi. Questo mi preoccupa e mi rattrista”.
Questa strada verso la giustizia per Gratteri è stata intrapresa con troppo ritardo e, infatti, lo stesso ha affermato: “Abbiamo perso almeno 40 anni perché mentre raccontavamo il sequestratore rozzo altri erano già in contatto con Riina a Palermo e con la mafia di New York.”
“Oggi – ha detto Gratteri - è molto triste vedere fior di professionisti e pezzi delle istituzioni nei salotti o a tavola con noti esponenti ndranghetisti solo per ingordigia di denaro e bramosia di potere. Chiedo ai giornalisti uno sforzo per leggere tra le righe delle ordinanze la mentalità che spinge le azioni mafiose.”
In merito ad una domanda su come si senta in questi giorni - con un mirato riferimento alle polemiche fiorite in seguito alle sue dichiarazioni – il Procuratore ha detto di essere abituato ad incassare colpi, ma che "è tutto fatto in buona fede", ha esclamato.
“Ho empatia con quasi tutti i magistrati, soprattutto con il presidente della Corte d’appello, un grande magistrato che è stato molto vicino in questi anni alla Procura di Catanzaro – ha concluso Gratteri – ma sono ben allenato a non fare falli di reazione.”
GRATTERI: "LA NOSTRA E' LA PRCURA PIU' ATTIVA"
Gratteri ha aggiunto “I miei ragazzi fanno un lavoro straordinario. La nostra Procura è stata dichiarata la più attiva in periodo covid. Non ho fatto nulla di eccezionale, però mentre tutti chiudevano noi abbiamo attrezzato gli uffici secondo normative: controllo temperatura tramite esercito, plexiglass, gel, aerazione e presenze dimezzate. Così il lavoro non si è mai fermato”.
Da parte sua il presidente Morra ha ribadito che “l’articolo 110 di concorso esterno è grave quanto il 416bis e che quando verranno meno i divieti di licenziamento legati alla pandemia potrebbe scoppiare un dramma sociale di dimensioni inimmaginabili”.
GRATTERI: "NON SO QUANTO RIMARRO' IN CALBRIA MA FERMO COSE IMPORTANI"
“Non so quanto rimarrò in Calabria, - ha aggiunto il magistrato - però io dico che ancora faremo tante cose importanti. Sul piano della tecnica di indagine o della strategia ho le idee molto chiare. Man mano che, però, alziamo il livello, vediamo sempre più gente che dà la solidarietà a prescindere agli indagati senza aver letto un rigo di quello che abbiamo fatto. Ecco perché noi abbiamo bisogno di giornalisti che facciano un’esatta narrazione dei fatti e che vadano a fondo.”
'NDRANGHETA OLTRE CONFINI
Nel corso del webinar una perentesi è stata aperta sulla diffusione delle azioni criminali della 'ndrangheta in Europa e nel mondo. Gratteri si è soffermato particolarmente sulla differenza tra i codici nei vari paesi europei e mondiali e sulla necessità di azioni coordinate per fermare gli illeciti.
“Se in Europa non c'è un sistema giudiziario omologo - ha detto Gratteri - io ho poco da fare. Si, ci sono Europol, Interpol e Eurojust. Certo, però spesso questi organismi, come Interpol o Europol, sono più delle sigle. Le agenzie non sono quello di cui abbiamo bisogno. Piuttosto servirebbe che la guardia di finanza di Catanzaro possa fare tranquillamente indagini a Francoforte. Io a questo sistema penso e non alle rogatorie. La Procura europea è una bella idea. Ma se il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso non esiste nei paesi europei, il procuratore non mi può autorizzare un’indagine sulla mafia. L’Europa deve avere più coraggio. Bisogna osare e partire dal sistema giudiziario italiano per omologare i codici. Altrimenti stiamo fermi. Oggi l'Italia è molto debole sul piano internazionale. Non siamo in grado di dettare l’agenda dell’Europa nemmeno dove siamo più bravi degli altri”.
Nell’incontro non sono mancate battute e sorrisi. Proprio dietro una risata Morra ha dichiarato che Gratteri sarebbe gradito al Parlamento europeo a Bruxelles per far “rompere un po’ le scatole” a qualcuno.