Attività finanziaria abusiva: 46 denunce in tutta Italia, anche in Calabria
Parte da Ascoli Piceno ma si allarga fino in Calabria l’inchiesta della Guardia di Finanza del capoluogo marchigiano su un presunto caso di attività finanziaria abusiva.
Nell’indagine sono 46 le persone denunciate in quasi tutta Italia; nella nostra regione, in particolare, a Catanzaro, Cosenza e Crotone; gli altri sono ad Ascoli, Bari, Brindisi, Catania, Enna, Firenze, Frosinone, Latina, Milano, Modena, Napoli, Pavia, Perugia, Pescara, Reggio Emilia, Rimini, Roma, Teramo, Trento e Treviso.
L’inchiesta, chiamata in codice “Garantisce lui”, è partita nel 2017 e ha interessato numerose società finanziarie e i cosiddetti “Confidi minori” di una buona parte d’Italia.
Sotto la lente sono finite le polizze fideiussorie emesse da queste nei confronti di una vasta platea di contraenti individuati da una società di agenti, mediatori e procacciatori in prodotti finanziari e con sede nell’Ascolano.
Gli stessi investigatori definiscono come “decisamente consistente” l’entità degli incassi per il rilascio delle polizze e delle provvigioni riconosciute ai “segnalatori” della clientela, che le fiamme gialle hanno quantificato in circa 1,5 milioni di euro e alla base dei sequestri preventivi avvenuti oggi: ad Ascoli Piceno si tratta di beni e valori per 817.400 euro, a Frosinone per 280.500 euro; a Bari per 100mila euro; a Cosenza per 113.000 euro; a Milano per 80.500 euro; più bassi, invece, quelli scattati a Firenze, Latina, Napoli, Perugia, Pescara e Roma.
In tutto ammonterebbero a 217,5 milioni di euro le cosiddette “garanzie” rilasciate in assenza delle titolarità previste dalla legge.
Sono così 102 le condotte penalmente rilevanti che la Guardia di Finanza ha segnalato alle Procure di Milano, Torino, Roma, Firenze, Spoleto, Chieti e Salerno.
Tra i coinvolti vi sono i rappresentanti legali dei Confidi e delle società finanziarie, esponenti della rete nazionale di collaboratori dei quali la società picena si era avvalsa per ricevere le segnalazioni dei potenziali contraenti delle polizze e riconoscendo loro, per l’attività di “scouting”, una parte delle provvigioni incassate dalle mandanti.