Anziani malnutriti e sedati: chiusa casa di riposo abusiva, tre indagati
Abbandono di persone incapaci, maltrattamenti ed anche esercizio abusivo della professione sanitaria. Sono queste le accuse contestate a tre persone, ovvero il rappresentante legale e due operatori socio sanitari di una cooperativa sociale-casa alloggio, a cui tra l’altro è stata anche sequestrata la struttura immobiliare su cui insiste e che era stata trasformata abusivamente in una casa di riposo per anziani.
Ad indagarli è la Procura di Reggio Calabria al termine di un’attività condotta dai Carabinieri del Nas, il Nucleo Antisofisticazione e Sanità e della Compagnia del capoluogo.
Attività che è partita nel marzo dello scorso anno quando, in piena pandemia e nella fase più critica, un ospite della struttura sanitaria, che si trova nel quartiere di Ciccarello, era risultato positivo al Covid-19 e ricoverato, in gravi condizioni, nel GOM di Reggio Calabria.
Nel giro di un mese sia quest’ultimo che altre due donne, ospiti anch’esse nella stessa casa di riposo, erano poi morti a causa del virus, mentre altri cinque degenti erano risultati contagiati.
Immediatamente i militari del Nas e della Compagnia di Reggio Centro - sotto il coordinamento del sostituto Marika Mastrapasqua e dal Procuratore Vicario Gerardo Dominijanni - avevano fatto scattare un’ispezione per verificare le condizioni della struttura e le misure in atto per il contenimento del contagio da coronavirus.
Ma i militati constatarono che la casa alloggio, autorizzata solo per sei unità ed “a bassa intensità assistenziale”, in realtà sarebbe stata trasformata in casa di riposo con oltre dieci ospiti, di cui molti non autosufficienti e allettati, bisognevoli di cure e terapie farmaceutiche continue e, quindi, di una assistenza altamente professionale.
I carabinieri hanno accertato non fosse in possesso di alcuna autorizzazione né, tantomeno, fossero mai state fatte le previste comunicazioni alle Autorità di Pubblica Sicurezza.
Inoltre, l’assistenza agli anziani sarebbe stata assicurata solo dalla cuoca e da due operatori sanitari, che somministravano abusivamente anche i farmaci; la rappresentante legale, poi, non avrebbe rifornito adeguatamente di alimenti la struttura.
Per questo molti degli anziani, soprattutto quelli allettati, erano malnutriti o lasciati senza cibo, una degente arrivò ad esempio a pesare addirittura ed appena 35 kg; gli stessi sarebbero stati anche sedati somministrandogli massicce dosi di medicinali con effetto psicotropo.
Le gravissime condotte riscontrate, anche grazie alla collaborazione dei parenti delle vittime, hanno fatto sì che il Gip di Reggio Calabria accogliesse la richiesta di sequestro della struttura, avanzata dalla Procura, ed oggi eseguita dai carabinieri che hanno notificato anche i tre avvisi di garanzia.