A Reggio la manifestazione dei lavoratori dello spettacolo “Un anno senza eventi”

Reggio Calabria Attualità

Sono 25 le adesioni tra associazioni e compagnie alla manifestazione reggina “Un anno senza eventi” che si terrà domani, martedì 23 febbraio dalle 15.30 alle 17.30 davanti il teatro Cilea di Reggio Calabria.

La manifestazione, oganizzata in 19 città italiane da Risp – Rete intersindacale professionisti dello spettacolo e della cultura e promossa in Calabria da “Approdi. Lavoratrici e lavoratori della Cultura e dello Spettacolo Calabria, è stata inoltre organizzata anche nelle piazze di Cosenza e Reggio.

La data scelta per la manifestazione non è casuale, dal momento che ricorre proprio un anno dalla chiusura dei primi teatri a causa dell’emergenza sanitaria. Così a un anno esatto dal blocco totale del settore dello spettacolo, le due associazioni hanno deciso di fare sentire la propria voce. I promotori chiedono la presa in carico da parte delle istituzioni competenti delle richieste urgente del settore. Come lo “sblocco immediato e conseguente erogazione dei ristori rimasti in sospeso (DL ristori 5) durante queste settimane di instabilità governativa; la tempestiva convocazione di un Tavolo Interministeriale che coinvolga lavoratrici e lavoratori del settore spettacolo e cultura, al quale siedano Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

I promotori chiedono inoltre “l’attuazione di una ormai necessaria riforma strutturale, formale e fattuale, del settore che tuteli realmente non solo grandi enti e grandi aziende ma anche e soprattutto lavoratrici e lavoratori; la progettazione e realizzazione di tutte le misure, economiche e non, relative ai protocolli di sicurezza, necessarie a garantire una vera e totale ripartenza del settore; la concretizzazione di provvedimenti finalizzati al finanziamento e al sostegno delle piccole e medie realtà che si occupano di spettacolo e di cultura, che ad un anno dal blocco del pubblico spettacolo rischiano di chiudere e di non poter più compiere il loro fondamentale ruolo legato alla cultura di prossimità su tutto il territorio del nostro Paese”.