Corte dei Conti, il Procuratore: “Disavanzo mostro che divora sanità calabrese”
Non ha usato mezzi termini il procuratore generale della Corte dei conti della Calabria Maria Rachele Anita Aronica. Nella relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario il magistrato ha detto con fermezza che “il debito ingiustificato è un mostro che sta divorando la Sanità a danno dei cittadini e dei contribuenti e che determina, inevitabilmente, sottrazione di risorse alla cura della salute”.
Ha quindi snocciolato i numeri, come quelli delle denunce: nel 2020 sono state 3.525 quelle presentate alla Procura regionale della Corte dei Conti.
Ma non solo, perché i contenziosi presentati sarebbero riferiti ad anni passati, circostanza che “ha comportato notevoli difficoltà per l'imputazione delle responsabilità. Cito, a titolo esemplificativo i contenziosi il cui pagamento viene, infine eseguito (quindi dopo lungo tempo) solo con la nomina del Commissario ad acta”, è scritto nella relazione.
Riferimenti poi agli esempi di mala gestio, come quelli che si verificano nelle aziende sanitarie per “i sistematici mancati e/o ritardati pagamenti. Si assiste, in definitiva, a una lievitazione esponenziale del debito che sfocia, frequentemente, nella nomina di un Commissario ad acta per l'esecuzione delle sentenze di condanna. Tutto ciò determina un incremento del debito, per interessi, spese e anche compensi del Commissario ad acta, che costituiscono danno erariale”.
Nella relazione c’è spazio anche per le anticipazioni tesoreria, che producono altri debiti per interessi e compensi sull'anticipazione.
Elementi che delineano un quadro definito nella relazione “sconfortante” in particolare per il “disavanzo in cui versa la sanità calabrese e che difficilmente potrà rientrare se non si pone fine a questo modus operandi nella gestione del debito”.