Guccione (Pd) su centrale Enel Rossano

Calabria Politica

“Chi l’ha detto che non vogliamo dialogare con Enel? Riaffermare con forza la nostra contrarietà all’uso del carbone per produrre energia elettrica in Calabria non vuol dire, infatti, rifiutare il confronto con Enel e con i suoi massimi dirigenti. Tutt’altro!”. E’ quanto afferma, in una nota, il Consigliere regionale del Pd, on. Carlo Guccione. “Conosciamo bene –prosegue Guccione- il ruolo importante che Enel ha svolto in passato e il cospicuo contributo che questo ente ha dato per lo sviluppo economico e sociale della nostra terra e dell’intero Mezzogiorno. Ricordiamo benissimo, per averlo appreso dal racconto dei nostri padri e dalla nostra storia, gli investimenti realizzati negli anni '20 nella Sila piccola con la realizzazione dei grandi impianti idroelettrici che favorirono la nascita delle grandi fabbriche a Crotone: nel settore della chimica con la Montecatini e nei metalli non ferrosi con la Pertusola e a Taranto con la Cantieristica nautica. Conosciamo benissimo il contributo che Enel diede negli anni '60 e '70 alla nostra regione quando, utilizzando un cospicuo prestito della BEI (Banca Europea Investimenti) realizzò l’ elettrificazione delle contrade più sperdute e delle campagne più isolate dove il 50-50% della popolazione residente era ancora analfabeta, consentendo ad essa di imparare a leggere e a scrivere nelle scuole serali”.

“Sappiamo tutto questo –continua Guccione- ma sappiamo anche che la Calabria nel 2009 ha registrato un esubero della produzione di energia elettrica rispetto ad una richiesta del 63,6 % (quinta nella graduatoria delle 20 regioni del Paese) a favore della Campania con deficit del 48,1 % e del 52,5% del Lazio e che la sua vocazione è soprattutto agricola e turistica. Essa, pertanto, non ha bisogno di carbone, ma di impostare la terza fase del proprio sviluppo sullo sfruttamento delle energie rinnovabili e pulite, anche alla luce di quanto sta avvenendo in Giappone”. “Perché -si chiede il consigliere regionale del Pd- non ragioniamo di questo come è successo con la Sicilia dove Enel si è impegnata a realizzare a Priolo una centrale solare, unica al mondo, che può funzionare anche di notte; a costruire il più grande stabilimento d’Europa di produzione di pannelli fotovoltaici ed una rete elettrica prevista nel progetto EU-MENA per alimentare Nord Africa, Ue e Medio Oriente con l'energia elettrica generata da specchi nel deserto, realizzando investimenti che daranno luogo a cospicui tassi occupazionali di laureati, diplomati ed operai specializzati? Perché fare anche in Calabria quello che ha fatto in Puglia con il Progetto Strutturale, attraverso cui è stata avviata una sperimentazione che non ha precedenti in Italia, grazie alla quale il pannello fotovoltaico diventa anche un arredo urbano e si realizza una vera e propria solarizzazione strutturale delle case, degli ospedali, delle scuole, dei parcheggi e di molti edifici pubblici calabresi? Perché questa “rivoluzione solare” non deve avvenire anche la Calabria che è una terra con forte e duratura solarizzazione?”. “Se è vero come è vero- conclude Guccione- che il motore della ripresa economica, a livello mondiale, sarà in parte costituito dallo sviluppo dell’industria nel settore dell’energia da fonti rinnovabili e nelle tecnologie per la salvaguardia dell’integrità ambientale, Enel parli di questo, di quali investimenti è intenzionata ad effettuare in questo settore, anzicchè ostinarsi ancora a parlare di carbone, dividendo le popolazioni, organizzando improbabili “tavoli tecnici” e tentando furbizie che non troveranno mai il consenso e l’apprezzamento di nessuno?”.