Lamezia, clinica Michelino: Mancuso, puntare sulla riconversione
Il commissario straordinario dell’Asp di Catanzaro, prof. dott. Gerardo Mancuso, in merito alla protesta delle 8 dipendenti della clinica privata “Villa Michelino” tiene a ribadire, come d’altronde aveva già fatto ai dipendenti della struttura nel corso dell’incontro avuto nelle scorse settimane all’interno della struttura privata, che la decisione della chiusura non dipende dalla Regione ma dal governo nazionale.
“La chiusura del punto nascita della clinica “Villa Michelino” – spiega il commissario straordinario – si è avuta per effetto di un’indicazione nazionale, che obbliga a chiudere i punti nascita, sia pubblici che privati, se hanno un’attività inferiore a 500 parti l’anno; un provvedimento che è stato emanato dalla Giunta regionale, sulla base di un’indicazione del ministero della Salute, ottemperando così a una legge che in Calabria era disattesa da 8 anni. Quello che bisogna chiarire, al fine di evitare inutili strumentalizzazioni da una parte politica che fino a poco tempo fa ha gestito la sanità lametina e calabrese riducendola al collasso e provocando debiti esorbitanti, è che la chiusura del punto nascita non viene effettuata perché bisogna tagliare delle spese e quindi si va a risparmiare su una struttura privata, ma è stata fatta per questioni di sicurezza: secondo il ministero della Salute infatti nelle strutture dove non si effettuano almeno 500 parti all’anno potrebbe non essere garantita la sicurezza sia delle partorienti che dei nascituri. Mi rendo conto che la clinica “Villa Michelino”, nata come clinica ostetrica, non ha avuto casi di malasanità, ma purtroppo le disposizioni ministeriali vanno rispettate, soprattutto nella fase in cui ci troviamo. Siamo infatti in pieno piano di rientro, siamo stati commissariati dal Governo perché alcune cose negli anni scorsi non sono state fatte; bisognava prendere dei provvedimenti urgenti in passato per abbassare le spese e i debiti, ma non è stato fatto. Se la riorganizzazione fosse stata fatta in passato, non saremmo arrivati a questo punto. Per questo da febbraio scorso è iniziata la razionalizzazione del sistema, che riguarda sia il pubblico che il privato. Oggi ci troviamo all’epilogo di una storia che comunque siamo obbligati a portare avanti perché ci viene imposta dal Governo. Non possiamo fare cose diverse, anche perchè se non dovessimo ridurre la spesa e razionalizzare le attività il sistema sanitario calabrese crollerebbe e tutto questo si tradurrebbe in un aumento delle tasse, nell’impossibilità di erogare i servizi di assistenza e quindi un ulteriore difficoltà per la popolazione calabrese. Noi siamo commissariati e dobbiamo determinarci in base a quello che ci dice il governo nazionale. Sono state concordate alcune attività di dismissioni, e una di quelle è il punto nascita della “Villa Michelino”, che prima doveva avvenire entro il 31 gennaio e poi siamo riusciti a differire al primo di giugno.
Un differimento a giugno che non deve essere inteso come portatore di speranza per una mancata chiusura, nel senso che il punto nascita chiuderà e non ci saranno altre proroghe. Il differimento ci dà però un po’ di tempo per pensare a delle possibili soluzioni alternative. C’è infatti la concreta possibilità di spostare quello che era il finanziamento legato all’ostetricia e ginecologia su altri settori che sono di competenza della clinica. Questo dimostra come la chiusura non si fa per tagliare le spese ma per una questione si sicurezza: il soldi stornati dalle nascite potrebbero infatti essere utilizzati per altre prestazioni e specialità. Una soluzione concreta che garantirebbe quasi completamente lo status quo dell’economia e della finanza della clinica, così come anche lo status occupazionale che rimarrebbe quasi inalterato. Ci sono poi delle eccezioni, dato che ci sono tre figure professionali specifiche che non rientrerebbero in questa ipotesi, ma che comunque sono figure che potrebbero essere molto appetibili per il pubblico. Si potrebbe pensare, sempre con autorizzazione nazionale, ad assorbirle con provvedimenti straordinari nel pubblico. Porterò sui tavoli giusti quelle che sono le proposte che verranno dalla proprietà della “Villa Michelino” e anche quella che è la possibilità di riconvertire e trovare una soluzione diversa, alternativa, che vada bene a tutti. E’ certamente auspicabile che tutti i posti di lavoro siano in qualche modo mantenuti per evitare di allungare la consistente lista dei disoccupati nel meridione, soprattutto quando, come in questo caso, va riconosciuto il merito per la qualità del lavoro svolto dagli operatori sanitari e per il servizio proficuo e lodevole reso con impegno dalla clinica privata in questi oltre 40 anni di attività”.