San Basile, Sai-Siproimi pronto ad accogliere in sicurezza

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Il Sai-Siproimi di San Basile è pronto ad accogliere in sicurezza nuove famiglie di richiedenti asilo. Dopo un anno e mezzo di stop l’associazione di don Vincenzo Matrangolo sta lavorando per portare a compimento la fase di transizione che lo vedrà di nuovo protagonista dell'accoglienza internazionale dei migranti.

A seguito della pandemia, il sistema dei richiedenti asilo ha subito un vero e proprio blocco, ma adesso nella struttura gestita dall'associazione sono in fase di organizzazione i preparativi per l'arrivo di nuovi ospiti: in particolare un paio di famiglie numerose, con minori al seguito, provenienti dall'Africa, che apriranno di fatto il nuovo percorso di gestione dei migranti alla quale si andrà incontro in totale sicurezza.

L'ultima famiglia rimasta ospite del programma ex Sprar, voluto e promosso dall'amministrazione comunale di San Basile, ha terminato l'accoglienza e a breve lascerà il progetto realizzando, a distanza di pochi giorni, una sorta di staffetta con i nuovi arrivi che costituiranno la nuova comunità ospite della struttura nel cuore del borgo arbereshe.

“Accogliere in totale sicurezza è stato l'obiettivo che ci siamo prefissi dall'inizio dell'emergenza Covid - ha dichiarato Caterina Pugliese, responsabile del Sai Siproimi di San Basile - e che ad oggi si può dire abbiamo assolto appieno. Anche con pochi ospiti la nostra struttura è rimasta Covid free durante tutto questo anno e lavoriamo alacremente per garantire lo stesso standard di sicurezza sanitaria anche con la ripresa delle attività e l'arrivo delle nuove famiglie. I protocolli ai quali sono sottoposti già da qualche settimana i richiedenti asilo che ci raggiungeranno a breve, sono molto rigidi come giustamente il periodo prevede”.

Le famiglie in arrivo sono già state sottoposte a due tamponi molecolari risultati negativi e ancora un nuovo screening li vedrà coinvolti prima della fase finale di accoglienza.

Dobbiamo garantire alla comunità ospitante, ai nostri operatori e a tutti coloro che entreranno in contatto con il nostro sistema di accoglienza di poter lavorare in sicurezza. Questo è per noi segno di responsabilità nei confronti di San Basile ma anche delle famiglie che siamo chiamate a gestire per conto dei progetti internazionali che li vedono protagonisti” ha concluso Caterina Pugliese.