Lavori a Tropea: assolti tutti, a processo per turbata libertà degli incanti e falso
Assolti dal Tribunale di Vibo Valentia tutti gli imputati portati a processo per turbata libertà degli incanti e falso, relativamente alla realizzazione di un’aiuola prospicente lo scoglio di Santa Maria dell’Isola.
La vicenda, risalente all‘estate del 2014, ha visto coinvolti il vicesindaco pro tempore di Tropea, Domenico Tropeano e il consigliere comunale Caterina Strano, i quali – secondo l’accusa – avrebbero condizionato l’architetto Francesco Grande, affinché rendesse falsa la gara indetta per l’aggiudicazione dei lavori che avrebbero favorito Roberto Amoroso, già individuato come aggiudicatario dei lavori (con il concorso di Raffaela Rizzuti difesa dall'avvocato Francesco Muzzupappa, e Maria Turiano difesa dall’avvocato Antonello Fuscà).
Le presunte irregolarità, per le quali la Procura della Repubblica (pm Dell’Aquila) aveva chiesto la pena di un anno di reclusione (un anno e due mesi per l’Arch. Grande), denunciate in sede di accesso della Commissione antimafia, erano state poste a fondamento della richiesta di scioglimento dell’Ente comunale.
“Il dibattimento, in cui sono sfilati i testi di Polizia Giudiziaria, ha consentito di disintegrare l’accusa - si chiarisce in una nota – avendo le difese (rinunciando persino all’escussione dei propri testi di lista) dimostrato come non fosse necessaria alcuna gara atteso l’importo minimo, ed assolutamente conveniente per l’Ente, utilizzato per la realizzazione dell’opera pubblica che, peraltro, veniva realizzata proprio in occasione della riapertura del Santuario che rappresenta il simbolo della Città”.
La sentenza del Tribunale di Vibo Valentia pone fine ad una vicenda giudiziaria protrattasi per anni, ristabilendo la verità sulla correttezza dell’amministrazione comunale di Tropea e sulla piena legittimità degli atti adottati.