1 maggio. Cavallaro (Cisl): “L’Italia dovrà ripartire dal lavoro”
“È trascorso oltre un anno da quando la pandemia ha colpito il nostro Paese ed il nostro primo e commosso pensiero va a quanti hanno perso la vita in questi lunghi e tristi mesi. Un anno ed ancora, nonostante l’avvento dei vaccini, non siamo usciti dalla emergenza sanitaria e men che meno dalla drammatica situazione economica nella quale si trovano milioni di cittadini”. Così Francesco Cavallaro, segretario generale Cisal, che aggiunge: “Giustamente, tutta l’attenzione è stata dedicata alla complessa gestione del fenomeno sanitario, a cercare di contenere quanto più possibile il contagio per salvare le vite dei cittadini ed al tempo stesso a cercare di predisporre strumenti di sostegno al reddito, per i tanti cittadini che ne hanno avuto bisogno e ad ampliare la definizione e l’utilizzo di strumenti di sostegno economico per i lavoratori. Ma ora, in correlazione con l’intensificarsi della campagna vaccinale si devono immediatamente varare interventi per far ripartire velocemente il Paese”.
“Una ripartenza – continua Cavallaro – che non deve mirare al mero ripristino delle condizioni ante covid. No! Abbiamo toccato con mano quanto era già facile immaginare. Un Paese che già si trascinava con lievissimi incrementi della occupazione, con un drammatico tasso di disoccupazione giovanile, oggi si trova con gli stessi problemi che aveva e con un drastico crollo dei consumi, del PIL con tutto ciò che ne consegue. Non basterà il dispiegarsi dell’utilizzo del recovery fund se non si riuscirà ad amplificarne gli effetti creando nuova occupazione, dando spazio anche alla occupazione giovanile. In occasione del Primo maggio 2020, lo abbiamo ribadito con forza ed ancora lo ribadiamo: L’Italia dovrà ripartire e dovrà farlo quindi dal lavoro e dai lavoratori, con massicci investimenti pubblici nelle opere che da tempo occorreva fare e che ora più che mai devono essere fatte, ampliando l’occupazione, ridando il lavoro a chi lo ha perso”.