Lettere. I migranti ed il viaggio al “contrario”…

Crotone Attualità

Riceviamo e pubblichiamo.

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I richiedenti Asilo una volta giunti in Italia, non possono essere trattati come pacchi postali da spostare. E’ da giorni, infatti, che queste persone vengono trasferite da un centro all’altro, destinazione Catania. Senza una logica ben precisa. Linea di condotta, quanto mai discutibile, portata avanti anche all’interno del Centro di Crotone.

Persone presenti già da mesi all’interno del Centro, dove avevano finalmente trovato una certa dimensione e normalità di vita, vengono improvvisamente impacchettati e spediti, quasi come se non si trattasse di esseri umani. Richiedenti asilo che sono già nelle procedure, e molti dei quali hanno già un appuntamento in Commissione. Ciò vuol dire che insieme a loro verrà trasferito anche il relativo fascicolo da una questura all’altra. E considerata la lentezza con cui questo avviene in situazioni normali, i tempi per l’intero iter burocratico si raddoppieranno, e con questi anche i costi.

Cosa sta succedendo? Il ministro Maroni sta forse smantellando ciò che in questi anni si è costruito in materia d’asilo? In questi giorni, ignari migranti con la speranza di un permesso di soggiorno, vengono inseriti in una lista, dopo di che vengono portati in grandi stanze (come riferito da alcuni migranti che si sono rifiutati di partire) e senza spiegazioni o possibilità di scelta , trasferiti a Catania.

Il loro futuro quindi si chiama “Villaggio Mineo”, la cosiddetta città solidale che Berlusconi e Maroni hanno “inventato” per ghettizzare tutti i migranti che arrivano in questi giorni sulle nostre coste. Per quello che paradossalmente diventa una sorta di viaggio “al contrario”. I migranti sbarcano a Lampedusa, arrivano a Crotone, dopo di che, inspiegabilmente, tornano in Sicilia…

In un villaggio turistico che ospita fino a settemila persone.

Come si può pensare di ammassare in un solo luogo così tante persone, viste anche le loro più naturali esigenze?. E crediamo che sia veramente impensabile addossare alla sola questura di Catania un numero così grande di pratiche.

Il residence nasce in un luogo isolato, il giusto connubio tra ghettizzazione e detenzione legalizzate per gestire l’emergenza, ma, sembrerebbe, con il fine concreto del Governo, di raggiungere i propri scopi, sulla pelle di inerti migranti.

Eventi che secondo noi si scontrano con ogni più elementare concetto di democrazia. E tra liste di nomi stilati in base ad etnie e campi dove vengono ammassati migliaia di persone, il nostro Paese sembra essere incredibilmente ed inspiegabilmente tornato indietro di settanta anni.

Pino De Lucia, Cooperativa Sociale Agorà Kroton

Bruno Tassone , AUSER Territoriale Crotone

Filippo Sestito, ARCI Comitato Territoriale Crotone

Cesare Bruno, Prociv Arci Isola Capo Rizzuto

Sergio Trolio, CIR Calabria