Salute. L’esperto risponde. Gestire una stomia: una sfida che si vince insieme

Calabria Salute
Anna Varano

Una vita sociale e senza handicap è oggi possibile per i pazienti stomizzati, grazie all’impegno di molte associazioni di volontariato e grazie alla professionalità di personale qualificato.

L’importanza, infatti, di figure come quella dell’infermiere risulta focale nell’accompagnare il paziente nel primo postintervento.

A seguito di patologie del tratto gastrointestinale o urologico molti uomini e molte donne diventano portatori di una stomia.

Ma cosa significa in parole più semplici lo abbiamo chiesto alla dottoressa Anna Varano, infermiera professionale della Romolo Hospital di Rocca di Neto, nel crotonese, e che da anni accompagna i pazienti urologici nel processo di gestione delle stomie.

“Si tratta di un cambiamento radicale ed improvviso - ci spiega - nei giorni dopo l’intervento chirurgico il paziente si troverà con una sacca sul suo addome che avrà il compito di raccogliere i suoi rifiuti intestinali o urinari”.

Essere portatori di stomia sarà sicuramente molto impegnativo.

Non solo ci vuole tempo per metabolizzare il cambiamento sia da un punto di vista psicologico che gestionale”

L’infermiere in questo panorama che ruolo ha?

“Dopo l’intervento l’infermiere stomaterapista si preoccuperà di aiutare ad acquisire dimestichezza con questo nuovo modo di evacuare e spiegherà al paziente come prendersi cura della stomia, come ordinare le nuove sacche, i diritti del paziente e altri aspetti pratici di vita quotidiana in una prima fase, presso il nostro centro urologico Romolo Hospital, prediligiamo un training al paziente e ai caregivers”.

“Credo infatti, che in un momento come questo l’aiuto di un familiare o di una persona vicina possa aiutare perché condividere, molto spesso, significa alleggerire il peso di una difficoltà che è solo momentanea. È bene sapere che essere portatore di una stomia non esclude la possibilità di fare le cose che si facevano prima dell’intervento: passeggiare, lavorare, viaggiare, andare in bicicletta, praticare sport, andare in piscina o al mare, fare la doccia, uscire, andare al ristorante, incontrarsi con gli amici, ecc”.

“La stomia, infatti, non è un handicap, né va vissuta come un’infermità: si tratta di una nuova condizione che consentirà al paziente di vivere”.

Ma a quanto pare di capire i grandi progressi fatti dalla medicina per assicurare ai paziente una guarigione da malattie una volta incurabili, deve essere affiancata da una giusta qualità della vita.

Questa sarà possibile per i pazienti se saranno preparati prima e accompagnati poi nella gestione e nella cura di questi dispositivi da personale qualificato e soprattutto se potranno fattivamente partecipare al loro processo di cura potendo usufruire dei loro giusti diritti e soprattutto di poter scegliere gli ausili più confacenti alle loro necessità.

Un processo che aiuta a non perdere la propria identità e a non sentirsi una persona diversa dopo l’intervento.

Il personale qualificato della clinica Romolo Hospital di Crotone - ricorda la dottoressa Varano - sarà a disposizione dei pazienti che vorranno porre domande o che hanno bisogno di un breve consulto per la gestione delle stomie dal 28 giugno al 4 luglio prossimo durante una serie di iniziative gratuite che l’azienda sta promuovendo per venire in contro ai bisogni di salute dei cittadini del territorio crotonose”.

Un buon punto da cui iniziare è contattare le associazioni locali di persone stomizzate.


  • Per info: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.