Brucellosi: Apa, allevatori pronti a bloccare Catanzaro e A3

Catanzaro Attualità

"Portati sul lastrico dalle inefficienti, corrotte e clientelari logiche politiche regionali, gli allevatori podolici calabresi si preparano a bloccare la città di Catanzaro, e se non basta anche la Salerno Reggio Calabria, promuovendo una mobilitazione ad oltranza con mezzi agricoli ed animali. Il motivo del contendere sta nella latitanza dell'Assessorato alla Sanità della Regione Calabria, che non risponde ai numerosi solleciti ufficiali al fine di introdurre la vaccinazione delle mandrie contro la brucellosi, e quindi risolvere definitivamente il problema". Lo afferma Michela Mazza, Presidente della Sezione Podolica APA di Catanzaro. "La latitanza dell'Assessorato - aggiunge - non ha infatti alcuna giustificazione prefigurando la richiesta un atto dovuto, così come già avvenuto per gli Assessorati alla Sanità delle regioni Sicilia e Campania. E quindi davvero non si capisce quali ostacoli possano frapporsi alla medesima operazione per la regione Calabria, il cui comparto zootecnico e' stato quasi del tutto completamente azzerato dalle inefficienti metodiche fin qui utilizzate contro la brucellosi. Ancor di più - prosegue - non si capisce l'acquiescenza dell'Assessorato alla Sanità, nonostante le metodiche fin qui utilizzate siano oramai palesemente fallite, e nonostante risultino incommensurabilmente più costose della vaccinazione richiesta; ovvero si preferisce sostenere una spesa di 400 Euro a capo, che non produce risultato alcuno, contro i soli 2,50 Euro derivanti dalla vaccinazione medesima, che invece risolverebbe matematicamente il problema una volta per tutte. Il vaccino infatti e' utilizzato in tutti i principali paesi mondiali produttori di carne, dagli Stati Uniti al Messico ed all'Argentina, dal Portogallo alla Spagna. In altri termini, - aggiunge - sulle logiche del risparmio si stanno oggi chiudendo gli ospedali regionali calabresi, mentre sul fronte zoo-tecnico si consente allegramente un così inutile ed enorme sperpero di danaro pubblico. Non si può dunque far altro che pensar male, ovvero che l'enorme flusso di risorse economiche fin qui utilizzate contro la brucellosi, abbia generato e tutt'ora generi interessi che esulano dalla vera risoluzione del problema, lasciando in mano agli istituti zoo-profilattici privati regionali, guidati dal capofila di Teramo, l'intera gestione della faccenda. Ci si augura dunque - conclude - che la ragionevolezza e l'interesse per l'economia regionale a difesa di migliaia di posti di lavoro, possa finalmente illuminare le scelte dell'Assessorato alla Sanità regionale, prima che sia troppo tardi".