Boscaiolo ucciso: indagini puntano su movente privato
Puntano sulla pista del movente privato le indagini dei carabinieri per fare luce sull'omicidio di Agostino Gerace, il boscaiolo di 33 anni, il cui cadavere è stato trovato ieri in un bosco in località Elce della Vecchia a Guardavalle, al confine tra le province di Catanzaro e Reggio. L'uomo aveva il cranio fracassato, segno di più colpi inferti con violenza con un oggetto.
Le modalità del delitto e la personalità della vittima, incensurata e non legata ad ambienti criminali, inducono i carabinieri a escludere la pista dello scontro in atto tra le cosche della zona per il controllo degli affari illeciti iniziata negli anni '80 e conosciuta come ''faida dei boschi", ripresa negli ultimi anni, dopo un periodo di calma, con 21 omicidi e cinque tentati omicidi dal 2008 a oggi. La faida, comunque, ha colpito, pesantemente, la famiglia Gerace. Un fratello di Agostino, infatti, fu ucciso quando aveva solo 14 anni, il 28 settembre 1981, mentre stava pascolando in gregge di pecore. Il padre, Spartaco, invece, fu vittima di un agguato ma riuscì a sfuggire. Successivamente, nell'agosto del 1988, fu ucciso uno zio di Agostino, Libero Gerace. La famiglia Gerace, nel frattempo, si era trasferita a Milano da dove Agostino è rientrato sei anni fa, dopo la morte del padre avvenuta per cause naturali. In questi sei anni, secondo quanto emerso dalle prime indagini, la vittima del delitto di ieri non ha mai avuto problemi con la giustizia, né ha avuto frequentazioni con ambienti della criminalità. Adesso gli investigatori stanno cercando di accertare se negli ultimi tempi la vittima possa avere avuto contrasti con qualcuno. I
ntanto, stamani, sono riprese le ricerche sul luogo dove è stato trovato il cadavere alla ricerca di una pietra o di un bastone che possa essere stato utilizzato per uccidere Gerace. Ricerche rese difficili dal fatto che il corpo è stato trovato in un fitto bosco di faggio.