Confartigianato Crotone. La ‘ndrangheta è fuori dai propri associati
Confartigianato Crotone dopo aver sottoscritto il protocollo antiracket IO DENUNCIO per iniziativa del Prefetto di Crotone, dott. Vincenzo Panico, ed aver attivato in associazione uno sportello dedicato ad accompagnare nella denuncia le vittime di estorsioni ed usura, intende dare continuazione all’iniziativa adottando delle regole interne innovative e ferree in relazione al comportamento ed alle qualità che i propri associati dovranno possedere per essere ritenuti tali. Non a caso, considerato l’importanza che Confartigianato annette alla problematica antiracket, lo sportello della legalità è guidato direttamente dal segretario generale, Salvatore Lucà, il quale ha assicurato a tutti coloro che intendano denunciare le estorsioni e l’usura la massima privacy e l’assistenza legale e fiscale gratuita, offerta dai rispettivi Ordini professionali che, da parte loro, hanno sottoscritto il protocollo. Oltre a quanto sopra, nella delibera adottata all’unanimità dalla Giunta Esecutiva, è stato variato anche il regolamento interno e il codice etico a cui è stato aggiunto un nuovo articolo che diventerà propedeutico per essere o possedere tutti i requisiti per essere a tutti gli effetti Socio Confartigianato. Una rivoluzione per un certo verso che pone in grande risalto non solo le capacità imprenditoriali dei soci ma affida loro anche un compito sociale importante e strategico per poter uscire da questa spirale malavitosa che non solo mortifica il lavoro di tanti autonomi ma crea anche tanta demotivazione in alcuni imprenditori al sol pensiero di poter essere nel mirino della “ndrangheta”.
In sintesi il nuovo regolamento recita testualmente:
gli imprenditori associati, artigiani, commercianti, imprenditori del turismo e dei servizi, che verranno rinviati a giudizio per reati di mafia o che non denunciano i casi di estorsione ed usura inerente le loro attivita' verranno fin da subito sospesi dall’associazione su deliberato insindacabile della giunta esecutiva.
Un cambio radicale della filosofia associativa che accompagnerà l'attività di Confartigianato Crotone nei prossimi anni e che, si spera, venga condivisa da tutte le altre organizzazioni datoriali e non solo. Il problema della legalità per Confartigianato deve rappresentare un obiettivo da perseguire alla stregua di tanti altri fattori negativi, quali le difficoltà sul credito e la burocrazia che ancora oggi frenano lo sviluppo e la ripresa dell’economia locale. Nella discussione si è evidenziato l’importanza di aver intrapreso questo tipo di percorso, preso atto anche della vicinanza dello Stato in tutte le sue articolazioni. Sicuramente una strada difficile da percorrere ma che deve essere necessariamente compresa da chi, oggi, è sotto la morsa della malavita organizzata: l’unica strada per chi auspica un futuro diverso è la denuncia. Chi invece è consenziente o connivente delle cosche mafiose non merita cittadinanza in Confartigianato. Ed è naturalmente implicito che quando si parla di denuncia, la si intende estesa non solo a ciò che può essere direttamente associabile alla malavita organizzata, ma anche a tutti quei burocrati e politici corrotti a cui non bisogna fare alcun sconto. E’ normale che adottare queste nuove regole ed incoraggiare alla denuncia non è un’attività semplice sia in termini di risorse finanziarie che umane. Ma lo stato attuale in cui versa il nostro territorio impone un comportamento diverso da quello adottato nel passato. Oggi con i mezzi a disposizione, gli strumenti e la grande rete di solidarietà creata, chi tace sul malaffare imperante non può essere più considerato vittima, ma complice. Altro punto adottato dalla Giunta esecutiva è un documento propositivo che verrà inviato alla Confederazione Nazionale per una discussione franca ed esaustiva col Governo nazionale riguardante il rapporto paradossale e difficile tra PMI – Famiglie ed EQUITALIA. A riguardo, nei prossimi giorni, verrà inviata apposita nota stampa.