Morano C. Inaugurata la fontana monumentale di Piazza Maddalena
Giovedì 16 marzo, in pieno clima festeggiamenti per il centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, inaugurata e restituita alla città di Morano la fontana pubblica di Piazza Maddalena.
Il manufatto, perfettamente integrato all’ambiente circostante, riacquista finalmente quella centralità che il tempo e la storia le conferiscono con accenti di rinomata gratitudine. Purtroppo, a causa di una violenta procella abbattutasi sull’area del Pollino, si è appena avuti il tempo di iniziare la cerimonia. La quale, pur nella consueta sobrietà, si sarebbe dovuta articolare in diversi momenti poi rimasti monchi. Dunque, presenti amministratori e consiglieri comunali, la serata si è concentrata sul breve saluto con annesse considerazioni da parte del sindaco Francesco Di Leone. Il quale ha variamente posto l’accento sul significato anche politico dell’evento, non dissimulando soddisfazione per aver portato a compimento un progetto di valorizzazione che interessa nel contesto generale la promozione dell’intero centro storico. Uno spumeggiante brindisi tra gli intervenuti ha ceduto il testimone al locale Complesso bandistico che sulle note dell’inno nazionale e altre arie ha briosamente, ancorché fugacemente intrattenuto i presenti. Sarebbe poi toccato ai due gruppi folcloristici – il Coro del Pollino e la Compagnia Calabria Citra - allietare sino a tarda notte se, come detto, le bizze di marzo non avessero improvvisamente costretto ad interrompere la manifestazione. Ma - come dire?: “Fontana bagnata: fontana fortunata!”. Siamo difronte ad un bell’esempio di elaborazione artigianale con materiali rigorosamente autoctoni. La struttura, eretta in pietra moranese abilmente intagliata da provetti marmorari, consta di tre vasche distinte, connesse tra loro da intercapedini ricavate alla base dei pannelli divisori interni. Tre cannelle promanano da altrettanti medaglioni, i quali riemersi durante i lavori sfoggiano ora la loro magnificenza rimandando agli usi e ai costumi del passato. Notevole l’arme della città sovrastante il mascherone mediano, certamente tra i più vetusti e meglio conservati, probabilmente coevo alla prima costruzione della fontana (1604). Due epigrafe campeggiano su un ampio riquadro murario suddiviso in tre settori intervallati da quattro lesene e sovrastato da una discreta cornice geometrica. La prima, voluta dal sindaco Petronella; la seconda, sotto l’egida del sindaco Rescia, datata 1794.
Alimentata in origine dall’acquedotto cinquecentesco – opera progettata da un intraprendente quanto ingegnoso monaco dei Frati Minori Osservanti il quale, antesignano di progresso e civiltà, nell’intendo di fornire il Monastero di San Bernardino da Siena di acqua potabile canalizzò la sorgente San Francesco seguendo un lungo e tortuoso tracciato scrupolosamente livellato e i cui resti sono ancora oggi facilmente individuabili – la fontana, similmente a quella più antica ubicata in Piazzetta San Nicola, ha avuto un rilevante ruolo sociale divenendo, da un canto, terminale di approvvigionamento idrico per molte generazioni, dall’altro abituale luogo di ritrovo intorno al quale ha gravitato e gravita il menage cittadino. L’impianto architettonico, addossato ad un palazzo gentilizio dei primi dell’Ottocento, delimitato da paletti in ferro e catena artistici, è singolarmente ingemmato da un’agevole gradinata e dal circostante quadro urbano. Ottima l’iniziativa di trattare il complesso con prodotti antigraffiti per proteggerlo e scoraggiare eventuali invereconde quanto insensate e disdicevoli attenzioni vandaliche. Questa, succintamente, la cronaca di giovedì 16 marzo 2011. Si potrebbe proseguire con la narrazione delle molteplici vicende storiche, tutte ben documentate, delle quali la fontana è stata testimone muta e che hanno caratterizzato il trascorrere dei giorni in questo lembo di terra meridionale. Preferiamo fermarci, rilanciando l’invito già espresso dal Sindaco a visitare il sito per poterne apprezzare de visu et in loco lineamenti e fattezze.