Emergenza incendi, l’accusa di Legambiente: “Manca organizzazione, commissariati anche sui roghi”

Calabria Attualità

“La Calabria sta bruciando. Come l'Italia e tutto il Mediterraneo il patrimonio verde è ovunque sotto attacco per mano di criminali e incendiari che approfittano delle alte temperature e della siccità, ma soprattutto traggono vantaggio dalla disorganizzazione di prevenzione e gestione degli incendi boschivi”. Questa la denuncia messa nero su bianco da Legambiente Calabria, nel commentare quanto sta accadendo in queste ore.

“Uomini, mezzi e risorse della Regione Calabria sono attivi ma, probabilmente lo sono solo in teoria. Se così non fosse non sarebbe altrimenti possibile assistere alla crescita incontrollata di incendi in tutta la regione nonostante lo schieramento di mezzi aerei e di 900 addetti di Calabria Verde con 35 mezzi oltre all'impegno del volontariato con 450 unità e 47 mezzi” viene specificato. “Nonostante un sistema Aib che costa risorse economiche ingenti la Regione Calabria ha bisogno della mobilitazione nazionale e dell'aiuto del Dipartimento di protezione Civile : nei fatti il Governo ci commissaria anche sugli incendi boschivi!”.

Sulla questione l’associazione ambientalista è ora determinata a chiedere un confronto ai candidati governatori alle prossime elezioni regionali, garantendo incontri e dibattiti pubblici per discutere dei temi ambientali ma anche per tracciare “la giusta direzione” al fine di generare impegni concreti.

NICOLETTI: “RISPOSTE ARRIVANO TROPPO LENTAMENTE”

Perché dal nord al sud della Regione, nonostante i mezzi di Calabria Verde, gli incendi che si stanno innescando nelle aree urbanizzate, uccidendo le persone che cercano di proteggere i loro beni, si trasformano in grandi incendi che mettono a rischio il nostro patrimonio boschivo?” si chiede il responsabile Aree Verdi e Biodiversità Antonio Nicoletti, che non accetta “che ci si nasconda dietro scuse: l’impatto climatico crea le condizioni che accrescono i rischi per il patrimonio boschivo ovunque, ma in Calabria più che altrove si sconta la mancanza di prevenzione e di gestione attiva del patrimonio forestale, nonostante le risorse pubbliche che vengono elargite ad aziende private e soggetti pubblici”.

“Legambiente chiede una commissione di inchiesta sull'utilizzo delle risorse affidate a privati ed enti pubblici per tutelare le foreste e la gestione dei boschi” annuncia. “Siamo stanchi di avere risposte solo dalla Magistratura che, purtroppo, arriva solo nella fase patologica, accertando i reati e condannando i criminali ed i funzionari pubblici corrotti”.

PARRETTA: “MANCA LA PREVENZIONE”

“L’elemento chiave è quello della prevenzione a tutti i livelli” spiega la presidente regionale di Legambiente Anna Parretta. “Prevenire significa personale formato e qualificato, dotazione di attrezzature idonee, organizzazione in strutture coordinate ed efficienti; predisporre sul territorio una viabilità ed infrastrutture adeguate; manutenzione e modalità di gestione corrette che analizzino gli ecosistemi e contemplino i nuovi rischi generati dai cambiamenti climatici”.

“È inoltre essenziale il coinvolgimento delle comunità locali e la corretta informazione ai cittadini” conclude. “Occorre dare completa ed effettiva attuazione della legge 353 del 2000, dedicata proprio agli incendi boschivi, che prevede, insieme al delitto di incendio boschivo doloso, vincoli molto stringenti per le aree attraversate dal fuoco prevedendo divieti di edificazione resi effettivi dalla predisposizione ed aggiornamento da parte dei Comuni del Catasto delle aree incendiate”.

ANTICIPAZIONI DOSSIER ECOMAFIA 2021

Secondo il consueto dossier Ecomafia di prossima pubblicazione, la Calabria sarebbe al terzo posto nella classifica nazionale per reati incendiari: 597 casi per un totale di 9.166 ettari di superficie bruciata. Numeri a cui si contrappongono appena 25 denunce, 2 arresti e 6 sequestri.

A livello provinciale svetta Cosenza, che nel corso dello scorso anno conta 366 reati. Segue Crotone con 94 e Catanzaro con 75.