Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace: il vescovo Bertolone si dimette, Panzetta amministratore

Calabria Attualità
Monsignor Vincenzo Bertolone

L’arcivescovo della Diocesi di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, ha rinunciato alla guida del governo pastolare, e la sua rinuncia è stata accolta da Papa Francesco.

A renderlo noto la Diocesi di Crotone-Santa Severina, che annuncia la nomina ad amministratore apostolico del suo arcivescovo, mons. Angelo Raffaele Panzetta.

La diocesi catanzarese infatti viene definita “sede vacante” a seguito della rinuncia di Bertolone, che è stata formalizzata e resa pubblica quest’oggi.

Panzetta, è stato dunque nominato dal pontefice “per accompagnare temporaneamente una chiesa diocesana che si trova priva della sua guida pastorale”.

La decisione è stata accolta positivamente dallo stesso Panzetta, che ha accettato l’incarico e voluto ringraziare il Santo Padre per la fiducia riposta. Lo stesso ha anche affermato che dedicherà tutte le sue energie al nuovo compito, senza però togliere attenzioni alla diocesi del crotonese.

IL "MARTIRIO A SECCO"

Ho abbracciato nella pace la mia croce ma vado via con serenità” ha affermato da cantro suo mons. Bertolone accomiatandosi dai suoi sacerdoti e dalle sue religiose, senza però spiegare i veri motivi della sua decisione di lasciare la guida della Diocesi catanzarese.

Motivi che qualcuno fa risalire al giugno scorso, ovvero dal momento che la Santa Sede soprresse il Movimento Apostolico del capoluogo calabrese (QUI).

L’ormai ex vescovo ha così parlato di ciò che ha definito un suo “martirio a secco” sostenendo come anche “senza versare il proprio sangue” si posso venire “macerati interiormente e esternamente, pur di continuare a tenere il proprio stile cristiano in situazioni difficili”.

IL MESSAGGIO DI PANZETTA

"Fratelli e sorelle nel Signore, dopo le dimissioni di Sua Eccellenza Monsignor Vincenzo Bertolone, il Santo Padre mi ha nominato Amministratore Apostolico "sede vacante" dell'Arcidiocesi di Catanzaro – Squillace. Ho accolto con stupore il fatto che la scelta sia caduta su di me e per questo mi sono affidato totalmente al potere abilitante della grazia di Dio.

Ho assunto il nuovo incarico con un amore grande verso il Santo Padre che, con tale decisione, mi ha manifestato fiducia e incoraggiamento, e anche con una vera gratitudine verso mons. Bertolone che per tanti anni ha guidato con passione la vostra Chiesa bella e gloriosa.

Vengo tra voi nel nome del Signore e con i sentimenti di un padre e di un fratello, per accompagnare la comunità intera in questo tempo denso di speranza in attesa che sia scelto il nuovo Arcivescovo.

Vivrò questa nuova esperienza come un'opportunità di conoscere le persone e i volti di un popolo che si caratterizza per una fede profonda, una carità operosa e una speranza vivace. Sono convinto di poter contare sulla disponibilità e sulla docilità di una comunità che si rende conto di vivere un tempo per molti aspetti drammatico ma anche gravido di tante opportunità per ripartire da Cristo e dal Vangelo.

La prima cosa che mi permetto di chiedere a tutti i fedeli è il dono della preghiera: in tutte le comunità si moltiplichi l'invocazione dello Spirito perché ci aiuti a riconoscere i segni della volontà di Dio e le opportunità di grazia seminate nella storia inedita che stiamo vivendo.

In attesa del nostro incontro, saluto e benedico tutti, soprattutto i poveri e coloro che faticano a trovare le risorse per una vita dignitosa".

«È arrivato il momento di allontanarmi da voi senza sapere ciò che incontrerò, ma fiducioso che il Signore, come ha fatto sempre, si prenderà cura di me», afferma l’arcivescovo Bertolone ai presbiteri, ai religiosi e alle religiose e ai laici convocati.


Ho abbracciato nella pace la mia croce ma vado via con serenità” ha affermato Bertolone accomiatandosi dai suoi sacerdoti e dalle sue religiose, senza però spiegare i veri motivi della sua decisione di lasciare la guida della Diocesi catanzarese.

Motivi che qualcuno fa risalire agli inizi di giugno, ovvero dal momento della soppressione del Movimento Apostolico.

L’ormai ex vescovo ha così parlato di ciò che ha definito un suo “martirio a secco” sostenendo come anche “senza versare il proprio sangue” si posso venire “macerati interiormente e esternamente, pur di continuare a tenere il proprio stile cristiano in situazioni difficili”.