Vibo. Presentato il libro di Francesca Comito
«Un punto da cui ripartire. Per interrogarsi sulle politiche dell’integrazione e sulle libertà dell’individuo. Cogliendo, tra l’altro, l’esempio offerto da una donna, tra i giovani cervelli di questa nostra martoriata regione, che ha deciso di restare». Lo spunto offerto da Giovanna Fronte, noto avvocato e attivista dell’associazione Libera, moderatrice e relatrice dell’evento, diviene il minimo comune denominatore agli interventi nel corso della presentazione del volume “La libertà religiosa nella società multiculturale: prospettive e riforme in Italia”, scritto da Francesca Comito per i tipi della casa editrice MonteCovello. Presenti al tavolo di presidenza, di fronte alla nutrita platea del Sistema bibliotecario vibonese nella serata di mercoledì, oltre alla moderatrice ed all’autrice, anche il coordinatore di Libera Vibo, monsignor Giuseppe Fiorillo, il caposervizio della redazione reggina del Quotidiano della Calabria, Michele Inserra, e l’editore Gianni Ziparo. In sala, presenti a sostegno del valore accademico dell’iniziativa, anche i docenti dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro Alessandro Morelli e Giuseppe Placanica, che hanno preso parte all’intenso dibattito sugli argomenti affrontati nel libro. «Si tratta di una pubblicazione - ha spiegato Giovanna Fronte - che mette a confronto il mondo delle libertà di espressione religiosa con gli apparati normativi posti a loro tutela, sullo sfondo di un contesto sociale notoriamente frammentato, che percepisce la multiculturalità purtroppo non come risorsa ma come terreno di divisione». E si tratta di «divisioni - ha ammonito monsignor Fiorillo - che, in un mondo condizionato da coloro che intendono fomentare le sudditanze, non tutelano le giuste libertà individuali, alimentando così gli integralismi». Multicultura come risorsa, dunque, ed integrazione, secondo un auspicato e ben più robusto apparato normativo, quale strumento per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti religiosi.
Sul ruolo della Chiesa si è pronunciato, agganciandosi alla sua esperienza sia nelle terre condizionate dalle camorra che in quelle costrette a fare i conti con la ’ndrangheta, Michele Inserra: «E’ necessario più coraggio - ha spiegato il giornalista -. E’ inaccettabile che si vieti la comunione alle persone divorziate ma non ai mafiosi ed agli assassini. In un contesto di libertà, e non solo religiose, violate, certa Chiesa, deve mutare i propri atteggiamenti, con coraggio e senza ipocrisie». «Abbiamo colto il valore di questo libro - ha evidenziato l’editore Ziparo - e abbiamo deciso di pubblicarlo. Sono contro l’editoria fai da te. Se una casa ci crede deve investire sui contenuti e sugli autori. L’autrice, tanto per capirci, non ha sborsato un centesimo per questa pubblicazione. Abbiamo deciso di editare questo volume perché ha un significato profondo, che vogliamo ribadire alle nostre università, chiamate ad investire sui cervelli, senza più limitarsi ad elargire pezzi di carta privi di valore». Un messaggio colto dai docenti della “Magna Graecia” presenti in sala. «In questa direzione va il nostro sforzo - ha spiegato il professor Morelli -. Ed è per noi motivo d’orgoglio assistere alla crescita dei nostri ex studenti che mettono il loro bagaglio culturale e professionale al servizio della collettività». Concetti ribaditi dal collega Placanica, nel vivo del dibattito. L’autrice, dal canto suo, dopo i ringraziamenti dovuti, ha lanciato un messaggio alle nuove generazioni ed ai cervelli calabresi affinché non siano più in fuga. Lo stesso messaggio condensato nella sua dedica al libro: «Dedico il mio lavoro a tutti coloro che ci hanno creduto e a chi non ci ha creduto, i quali mi hanno dato la possibilità di vedere lo stupore nei loro occhi».