Sorgenti radioattive, il “Caso Vibo” al Congresso Nazionale Airp

Vibo Valentia Salute

Sarà oggetto di approfondito dibattito scientifico il caso del rinvenimento di 8 sorgenti radioattive individuate in un’area industriale del territorio vibonese, poste poco al di sotto del manto stradale. L’individuazione di tali segnali, avvenuta grazie ad un sopralluogo svolto dai tecnici dell’Arpacal, fece scattare un’indagine da parte della Procura della Repubblica di Vibo Valentia.

Nello specifico, si tratta di 8 sorgenti radio 226 individuate nel corso di un controllo Bonrad – ossia di bonifica radiometrica – svolto prima di ogni operazione manuale. Serve, in altri termini, a verificare la sicurezza di un luogo in maniera preventiva, e permette di individuare eventuali rifiuti pericolosi nascosti e di cui non si è a conoscenza.

Nel corso di tale controllo, i tecnici dell’Arpacal hanno dunque individuato diverse fonti radioattive ben lontane dai cumuli di rifiuti chiamati ad analizzare e sopratutto interrate al di sotto del manto stradale. Successivamente, in fase di recupero per ottemperare allo smaltimento, si è scoperto che ad emettere le radiazioni erano dei frammenti di un vecchio parafulmine industriale, precedentemente rotto e smaltito illecitamente.

“Il profilo criminale, perché di crimine ambientale si tratta, sta in colui che, conoscendo la radioattività di quelle piccole sfere e la loro pericolosità intrinseca, ha smontato consapevolmente l’apparato, per poi interrare e tombare il materiale radioattivo sotto la strada dove i tecnici Arpacal l’hanno ritrovato dopo molti anni” dichiara il tecnico dell’Arpacal Salvatore Procopio. “A dimostrazione di come gli ecoreati, spesso stereotipati dall’opinione pubblica come compiuti dalla criminalità organizzata, spesso siano eseguiti da persone che, per puro vantaggio economico, preferiscono danneggiare l’ambiente e la salute di tutti noi”.

L’intera vicenda finirà adesso al centro del dibattito nell’annuale congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Radioprotezione. “Questo contributo scientifico al congresso nazionale dell’Airp è l’ulteriore prova della professionalità e competenza del personale Arpacal” ha dichiarato il direttore scientifico Michelangelo Iannone.