Boss e affiliati col reddito di cittadinanza: smascherati in 28, scatta il sequestro
Una somma totale di circa 212 mila euro è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza a 28 persone a cui si contesta di aver percepito il reddito di cittadinanza senza averne però diritto.
Tra questi figurano - come d’accaduto anche in vicende similari - esponenti di spicco ed affiliati alle cosche del vibonese, già coinvolti in importanti operazioni antimafia, come “Costa Pulita”, “Ossessione”, “Cerbero” e “Rinascita Scott”.
Tutto parte da una serie di controlli eseguiti dalle fiamme gialle del comando provinciale napitino in collaborazione con l’Inps.
Accertamenti svolti in particolare nell’ultimo periodo dai militari della Tenenza di Tropea che avevano consentito di segnalare all’Autorità giudiziaria diversi soggetti che, in prima persona o tramite familiari, avevano chiesto ed ottenuto il beneficio, ma non dichiarando - così come previsto dalla legge - l’esistenza a loro carico di condanne ostative, anche per associazione mafiosa, o misure cautelari personali.
Di conseguenza, il Procuratore della Repubblica di Vibo, Camillo Falvo, ha chiesto al Gip l’emissione del decreto di sequestro preventivo della somma considerata come il profitto illecito ottenuto dalle persone coinvolte, prontamente eseguito dalla Guardia di Finanza che in questi giorni ha cautelato il denaro depositato sui conti correnti e notificato lo stesso ai soggetti interessati.
Come è noto il reddito di cittadinanza è stato introdotto dall’aprile 2019 come misura di contrasto alla povertà, volta al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale.
Pertanto il beneficio spetta ai cittadini in possesso di specifici requisiti personali, reddituali e patrimoniali. Il reddito di cittadinanza non può essere erogato, inoltre, a nuclei familiari i cui componenti siano sottoposti a misure cautelari o condannati per reati gravi.