Reddito di cittadinanza, altri 43 “furbetti”: tra loro ancora boss e affiliati alla ‘ndrangheta
Sono passati soli pochi giorni dalla scoperta di quasi una ventina furbetti che erano riusciti ad ottenere il reddito di cittadinanza nonostante fossero indagati addirittura in una maxi operazione anti ‘ndrangheta come la nota Rinascita-Scott (QUI).
E quest’oggi la Guardia di Finanza fa luce su uno spaccato del tutto simile che riguarda altre 43 persone che hanno ottenuto anch’esse il beneficio e tra le quali compaiono nuovamente nomi di esponenti di spicco ed affiliati alle cosche mafiose del vibonese.
Ad indagare sono state ancora le fiamme gialle di Tropea che, di nuovo con la collaborazione dell’Inps, hanno avviato dei controlli volti proprio a contrastare le richieste e la percezione indebita di cosiddette “prestazioni sociali agevolate”.
I militari hanno pertanto individuato i 43 soggetti eseguendo dei riscontri sulle informazioni dichiarate nelle autocertificazioni presentate insieme alle istanze per ottenere l’Rdc e presentate dagli stessi o da componenti del loro nucleo familiare.
Tant’è che si è arrivati a scoprire che gli indagati, oggi denunciati, o in prima persona o attraverso familiari, hanno chiesto ed ottenuto dall’Istituto di previdenza sociale il beneficio economico ma non dichiarando l’esistenza a loro carico di condanne, anche per associazione mafiosa.
Tra gli implicati figurano, tra gli altri, e come accennavamo, esponenti di spicco ed affiliati alla ‘ndrangheta. Tra questi Leonardo Melluso, 56enne ritenuto al vertice dell’omonima cosca di Briatico e già coinvolto nell’operazione “Costa Pulita” (QUI).
E poi: Francesco La Rosa, 47enne considerato affiliato all’omonimo clan di Tropea, già condannato per associazione mafiosa; Gaetano Muscia, 58enne affiliato ai Mancuso di Limbadi, coinvolto nell’operazione “Ossessione” (QUI).
Ed ancora, Pasquale Accorinti, 52enne ritenuto affiliato ai La Rosa di Tropea, coinvolto nell’operazione “Cerbero” (QUI); Raffaele Pardea, 62enne che per gli inquirenti farebbe parte della cosca Pardea-Ranisi di Vibo Valentia; e Francesco Gasparro, 50enne considerato affiliato agli Accorinti di Zungri, quest’ultimi due già implicati nell’operazione “Rinascita Scott” (QUI).
Tutti e 43 i coinvolti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, guidata dal Procuratore Camillo Falvo.
L’importo complessivo delle somme percepite indebitamente e, quindi, segnalate alla magistratura e all’Inps per il recupero e per la revoca del beneficio, ammontano a 225 mila euro.