Riciclava denaro in Polonia, arrestato imprenditore coinvolto in inchiesta “Stige”
È finito in manette un imprenditore di 49 anni, Antonio Manica, di Prato, ma con origini calabresi, del crotonese, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo, arrestato in passato nell’ambito dell’inchiesta Stige (QUI) per associazione a delinquere di stampo mafioso legata alla ‘ndrangheta, è stato fermato dai carabinieri del capoluogo toscano su mandato europeo emesso dall’autorità giudiziaria polacca.
Il 49enne è accusato di aver emesso fatture false per evadere il fisco e riciclare denaro di dubbia provenienza per 460mila euro attraverso un’attività imprenditoriale in Polonia.
La tesi è che in associazione con altri quattro calabresi abbia creato una ditta di vendita merci e servizi con sede a Lublino e che avrebbe emesso le false fatture nei confronti di un’altra società con sede invece a Praga, così da per riciclare denaro ed evadere quindi il fisco.
L’uomo si trova adesso nel carcere di Prato a disposizione della Corte d’Appello di Firenze che non ha messo il 49enne a disposizione dell’autorità giudiziaria polacca, e ha sostituito l’arresto con l’obbligo di dimora nelle province di Firenze e Prato con il divieto d’allontanarsi dal suo domicilio durante le ore notturne, per dargli modo di poter continuare a lavorare come contabile di una ditta edile di Campi Bisenzio.