“Era un amico”: gli presta 80 mila euro, se ne riprende 240 mila. Arrestato presunto usuraio

Catanzaro Cronaca

Gli investigatori l’hanno chiamata - forse sarcasticamente - operazione “Amico”. Si tratta dell’indagine con cui i finanzieri di Lamezia Terme, coordinati dal Procuratore Salvatore Curcio, hanno arrestato e messo ai domiciliari un 47enne commerciante della città della Piana, accusato di usura ed esercizio abusivo del credito.

Contestualmente, il Gip Sonni, ha anche disposto nei confronti dell’uomo il sequestro preventivo di circa 170 mila euro, somma che si ritiene corrisponda agli interessi percepiti attraverso la presunta usura.

I sigilli sono scattati anche al suo patrimonio mobiliare ed immobiliare, per un valore di oltre 470 mila euro e considerato frutto di attività illecita: nella fattispecie a due fabbricati tra Lamezia e Falerna; un locale ad uso commerciale e due locali ad uso deposito, sempre a Lamezia; un’autovettura; disponibilità finanziarie e polizze assicurative.

Le indagini, delegate dal Sostituto Marta Agostini, sono state avviate a seguito dell’approfondimento, da parte delle Fiamme Gialle, di alcune operazioni sospette registrate sui conti correnti del 47enne.

In particolare, si tratta di operazioni che evidenziavano notevoli flussi di denaro e che per i militari non avrebbero avuto coerenza con i redditi e il volume d’affari del commerciante.

Si è così deciso di eseguire delle indagini più specifiche e mirate, attraverso le quali si è arrivati a riscontrare che la gran parte del denaro movimentato provenisse da un imprenditore nel settore dei trasporti.

Quest’ultimo, più volte invitato a riferire di queste movimentazioni, avrebbe assunto un atteggiamento reticente, asserendo che il presunto usuraio fosse una persona a lui legata da una profonda amicizia: amicizia sulla base della quale sarebbero stati fondati anche i loro rapporti finanziari.

I TASSI FINO AL 94%

Per questo è stato necessario svolgere altre attività di indagine, effettuati con accertamenti bancari, perquisizioni locali, escussione di persone informate sui fatti ed attività di natura tecnica, dalle quali è emerso che il commerciante, nel periodo compreso tra il mese di gennaio 2014 ed l’agosto del 2021, abbia ricevuto dalla vittima somme per circa 240 mila euro.

Al termine delle investigazioni, le fiamme gialle hanno concluso che in quello stesso periodo, ovvero da gennaio 2014 ad agosto 2019, l’indagato abbia prestato all’imprenditore circa 80 mila euro, a fronte dei quali abbia preteso interessi al tasso compreso tra il 40,55% ed il 94,14%, facendosi quindi restituire più o meno 240 mila euro, dei quali circa 144 mila di interessi.

Gli inquirenti spiegano poi che per dissimulare gli accordi illeciti, per alcuni dei prestiti sia la vittima che il presunto “strozzino”, abbiano stipulato delle scritture private di compravendita di automezzi, con le quali si sarebbe documentato, falsamente, che l’indagato apportasse capitali nell’impresa della vittima partecipando, così, all’acquisto di autocarri utilizzati poi per l’attività imprenditoriale.

Un’altra modalità con cui il 47enne avrebbe concesso prestiti alla vittima sarebbe stato quello del “cambio assegni”. In pratica, la vittima avrebbe rilasciato un assegno post-datato al commerciante, quale, come contropartita, avrebbe fornito il contante equivalente all’importo facciale del titolo, decurtato della quota di interessi.