Truffa aggravata su erogazioni pubbliche: assolti imprenditori crotonesi
Il Giudice Monocratico del Tribunale di Crotone, Elisa Marchetto, ha assolto perché “il fatto non sussiste” Annabella e Salvatore Cavallo, gestori della società cooperativa Marenostrum lavorazione e Conservazione di Pesce, dall’ipotesi di reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
La vicenda riguardava un finanziamento erogato dalla Regione Calabria nell’ambito del Fondo europeo per la pesca FEP 2007/2013. La Procura aveva ipotizzato irregolarità nella attribuzione e gestione delle risorse comunitarie ma la difesa degli imputati - costituita dagli avvocati Franco Sammarco, Fabrizio Salviati, Anna Spada, Paolo Sammarco e Giuseppe Messina - ha dimostrato l’infondatezza dell’accertamento della Guardia di Finanza, provando la assoluta regolarità e legittimità di tutta la procedura.
Il Giudice ha disposto il dissequestro di tutti i conti correnti e i beni immobili sequestrati nell’ambito del procedimento che finalmente, dopo oltre cinque anni, ritornano in possesso dei legittimi proprietari.
Nello stesso giudizio assolti con formula piena altri otto imputati. Si tratta di Nicola Matragrano, Funzionario della Regione Calabria (difeso dall’avvocato Janfer Critelli del foro di Catanzaro e Domenico Marco Maria Chindamo del foro di Palmi).
Inoltre, l’ingegnere Romina Crocco (avv. Carlo Altieri del foro di Cosenza); Sandro Nisticò (avv. Vincenzo Fulvio Attisani del foro di Catanzaro); Lara Bulfoni (avv. Arcangela Campidoglio del foro di Roma, sostituito dall’avvocato Prinabene); Luigi Speziale (avv. Agata Speziale sostituito dall’avv. Prinabene); Antonio Leto (avv. Natale De Meco); e Alfredo Scicchitano e Giuseppe Mercurio (difesi entrambi dall’avv. Marcello Bombardiere).
La decisione del giudice Marchetto anche in questo caso è arrivata dopo un corposo e lungo iter processuale dibattimentale, nel corso del quale il nutrito collegio difensivo non ha voluto considerare nemmeno l’intervenuta prescrizione, maturata ampiamente dato l’abbondante periodo tempo trascorso dai fatti e così come chiesta dall’ufficio di Procura.
I legali degli imputati hanno insistito con passione con arringhe efficaci, per l’assoluzione piena dei propri assistiti. Dopo circa due ore e mezzo di camera di consiglio, il Giudice ha così accolto a pieno, perché “il fatto non sussiste”, le tesi difensive avanzate con partecipazione oratoria, disponendo contemporaneamente il dissequestro dei beni cautelati in precedenza e così come richiesto sempre dalle rispettive difese.