Violenza donne. Nesci, “Accanto a misure di contrasto serve svolta culturale”

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“L’azione più immediata da mettere in campo contro la violenza sulle donne riguarda senza dubbio il piano normativo, con l’approvazione di misure di contrasto a livello preventivo, sanzionatorio e di protezione delle vittime. È anche necessaria una svolta di tipo culturale per sradicare dal contesto sociale ogni tipo di violenza contro le donne. È una questione, purtroppo ancora attuale, che deve responsabilizzare tutti noi e rappresentare una priorità condivisa”. Lo afferma, in un messaggio inviato alla Tavola rotonda organizzata sul tema a Soriano Calabro, la Sottosegretaria per il Sud Dalila Nesci.

“Con la legge nota come Codice rosso - aggiunge - abbiamo previsto il divieto di avvicinamento in caso di maltrattamenti e misure più severe per gli atti persecutori, al fine di contrastare già sul nascere ogni forma di violenza. Abbiamo poi introdotto nuove fattispecie di reato e aumentato le pene per impedire che alcune condotte violente possano restare impunite. Infine abbiamo innalzato il livello di protezione della vittima, introducendo ad esempio la corsia preferenziale per le denunce e il braccialetto elettronico per chi commette questi crimini. È necessario lavorare anche sul fronte culturale, per questo abbiamo rafforzato il ruolo strategico del sistema di istruzione e dei mass media, prevedendo anche corsi di formazione per le forze dell’ordine e programmi di intervento per gli autori di violenze. Particolare attenzione è stata poi riservata ai centri antiviolenza, alle case rifugio e agli sportelli antiviolenza e antitratta, come anche al sostegno economico per le vittime con il Reddito di libertà. La violenza nei confronti delle donne è una pandemia, altrettanto virale e aggressiva, che dobbiamo contrastare insieme. Lo sforzo dev’essere quello di diffondere la consapevolezza che le vittime di violenze non sono mai sole: lo Stato - conclude Nesci nel suo messaggio - è al loro fianco e continuerà ad esserlo con rinnovato impegno, perché contrastare questo fenomeno significa lavorare per una società sempre più giusta e solidale”.