Reati ambientali, la Calabria quinta regione per numero di casi
Non c’è pandemia o lockdown che tenga: i reati ambientali nel corso del 2020 sono addirittura aumentati, seppur di poco, rispetto al 2019. È quanto emerge dal rapporto Ecomafia 2021 di Legambiente, che sottolinea come in Italia siano stati accertati 34.867 reati ambientali nel corso dell’ultimo anno, lo 0,6% in più.
Dati negativi, che purtroppo evidenziano come la tendenza si ancora fortemente accentuata nel Sud Italia. Oltre il 46% dei casi a livello nazione nazionale si registra in quattro Regioni: Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. Condizione messa strettamente in collegamento alla storica presenza criminale.
Al primo posto del rapporto infatti troviamo al Campania, seguita dalla Sicilia e dalla Puglia. Al quarto posto, sorprendentemente, c’è il Lazio, che ha scalzato la Calabria, finita così un gradino più in basso.
Aumentate le persone denunciate per reati ambientali, ben 33.620, ed anche le misure cautelari eseguire, ossia 329. Ma sono diminuiti i controlli, scesi – a causa delle difficoltà imposte dalla pandemia – ad 1 milione 415.907. La maggior parte degli illeciti riguarda il ciclo del cemento, seguito da quello sui rifiuti. Ci sono poi i reati contro la fauna, gli incendi dolosi, l’archeomafia ed altri reati.