Sanità, la Cgil contro l’Azienda Zero: “Va cancellata, si torni al dialogo”
Denuncia “l’ulteriore occasione persa per un confronto costruttivo su temi estremamente delicati per l’intera sanità calabrese” la segreteria calabrese della Cgil, in merito all’istituzione di una azienda zero per la sanità regionale.
“È addirittura mancata l’informativa, laddove l'informazione è il presupposto per il corretto esercizio delle relazioni sindacali e dei suoi strumenti, a conferma di uno stato delle relazioni sindacali ancora tutto da creare dentro la torre d’avorio della Cittadella Regionale” denunciano ancora i sindacati. “Presidenza e Ufficio Commissariale hanno deciso, invece, unilateralmente, di tentare il colpo di mano, così come, peraltro, perpetrato a maggio del 2007 con la Legge regionale che accorpò le 11 aziende sanitarie locali nelle cinque Aziende Sanitarie Provinciali”.
“Proprio per questo, pur condividendo le critiche nel merito delle due proposte di legge regionale, addirittura per l’Azienda Zero risulterebbe un ulteriore onere per il Fondo Sanitario Regionale pari a 700 mila euro, ci fermiamo alla valutazione del metodo, chiedendone il ritiro” annuncia la missiva firmata dal comitato direttivo, che lancia dunque un appello alla politica.
“ Si faccia carico di rispondere ai bisogni dei calabresi, in termini di riscontro ai problemi del territorio ed ai bisogni sanitari e sociali, attraverso una ripresa dei rapporti con la società, le forze sociali ed i territori, in modo che la Calabria possa davvero vivere una stagione nuova” prosegue l’appello. “Noi siamo pronti al confronto sulle vicende che abbiamo denunciato e sui tanti altri temi della sanità calabrese e ad assumerci le nostre responsabilità e nel caso le nostre richieste rivendicative rimanessero inascoltate siamo pronti a promuovere azioni di mobilitazione congiunte con i tanti soggetti che, come noi, hanno a cuore il diritto alla salute dei calabresi”.
“Abbiamo chiesto l'assunzione immediata del personale necessario per far viaggiare le ambulanze con i medici a bordo, far funzionare l'emergenza urgenza, i pronto soccorso, la medicina territoriale e ci ritroviamo con colpi di mano di sovrastrutture che di fatto esautorano il dipartimento della salute, mettono in discussione la gestione territoriale tagliando di fatto le amministrazioni locali, i Sindaci che sono autorità sanitarie e le parti sociali” concludono. “Serve un confronto vero per sistemare la sanità malata in Calabria”.