Covid e lavoro, Fisascat: “Ripensare distanze e tutele”
"I numeri sono impietosi, siamo ancora nel pieno della pandemia, anzi, nel pieno della quarta ondata. Non si può allora esimersi dal ragionare sulle modalità di lavoro e di contatto per coloro che sono inseriti in ambiti quali i supermercati, uffici, locali o altro che implichi la compresenza di decine di persone". Lo afferma in un comunicato il segretario generale della Fisascat Cisl, Fortunato Lo Papa, che si domanda: "perché allora non adottare un sistema serio di conteggio e limitazione nelle entrate anche in altri settori al fine lavorare con maggiore serenità e serietà, lasciando da parte lo spauracchio di un contagio? Perché non accorciare in termini di tutele la distanza tra uffici pubblici e privati?".
"L’aumento dei contagi di questi giorni porta alla mente le zone rosse dello scorso anno, le saracinesche abbassate ma anche le lunghe file ai supermercati, con ingressi contingentati, distanziamento, strade semideserte" prosegue il sindacalista. "Dopo un anno trascorso tra vaccini e varianti, il virus circola ancora indisponente, ma la nostra libertà è meno vincolata. Un aspetto positivo per molti, ma non per i lavoratori che hanno a che fare con grandi numeri e per i quali il contagio può essere questione di poco".
"Pensiamo alla cassiera di un supermercato e a quante persone questa incontri nell’arco del suo turno di lavoro, scambiando con loro prodotti e denaro, mentre nello stesso ambiente, diversamente affaccendate, si muovono, toccano e respirano, altre centinaia di persone" conclude. "È ora di ristabilire delle regole, di non fare allarmismi, di non bloccare l’economia ma di riprendere in mano una strategia che pensi anche alla tutela dei lavoratori e delle lavoratrici".