Sparatoria Ferruzzano: chiuse le indagini con tre avvisi di garanzia
Chiuse con tre avvisi di garanzia le indagini relative alla sparatoria che ha insanguinato il lungomare di Ferruzzano il 15 aprile scorso, nel quale erano rimasti feriti 3 soggetti, tutti con precedenti e gia’ noti alle forze dell’ordine, da subito sospettati di essere parte attiva nell’evento.
A seguito delle indagini condotte dal nucleo operativo della compagnia carabinieri di Bianco e coordinate dal dott. Federico Nesso della procura della repubblica di Locri, il 31 marzo sono stati notificati tre avvisi di garanzia:
- Nei confronti di Maurizio Maviglia, 32 anni, di Africo, avviso di garanzia con l’accusa di tentato omicidio, commesso nei confronti di Attilio Vittorio Violi, attinto da 9 colpi d’arma da fuoco, nonche’ porto e detenzione abusiva di arma comune da sparo (il soggetto e’ attualmente detenuto presso il carcere di Locri in quanto arrestato il 05.12.2010 dai carabinieri della compagnia di Bianco per una rapina in abitazione commessa a Sant’agata del Bianco il 25.11.2010);
- Nei confronti di Carmelo Talia, 42 anni, di Ferruzzano, avviso di garanzia con l’accusa di favoreggiamento personale, in quanto, pur non avendo esploso colpi, ha tentato di eludere le investigazioni dell’a.g. mediante ripetute false dichiarazioni in merito ai fatti, al fine di favorire il Maviglia;
- Nei confronti di Attilio Vittorio Violi, 47 anni, di Ferruzano, di fatto domiciliato a Quarto d’Altino (Ve), avviso di garanzia per il reato di lesioni personali aggravate dall’uso di arma comune da sparo, nonche’ il porto e detnenzione abusiva di arma comune da sparo, per aver esploso nei confronti di Maviglia e di Talia due colpi d’arma da fuoco che li attingevano rispettivamente alla gamba destra e sinistra.
Dalla ricostruzione formulata, e’ apparso evidente come i primi due, incontratisi con il terzo, che era verosimilmente in compagnia di altri, in quel lungomare, abbiano avuto con il medesimo una discussione, poi trascesa, verosimilmente per motivi di carattere personale. A seguito del dialogo “trasceso”, il violi esplodeva un colpo di pistola che attingeva di striscio il maviglia alla coscia destra. Il Maviglia, tutt’altro che impaurito, estraeva a sua volta l’arma esplodendo all’indirizzo del violi numerosi colpi d’arma da fuoco, che attingevano il soggetto agli arti e all’addome. Pur se attinto in almeno nove punti, il violi riusciva comunque ad esplodere un ulteriore colpo, che attingeva invece il Talia alla coscia sinistra.
Nonostante i numerosi tentativi di eludere le investigazioni poste in essere ad opera dei soggetti coinvolti nella sparatoria e di coloro che erano sul lungomare quella sera, che immediatamente “bonificarono” la scena crimini al fine di complicare il lavoro della polizia giudiziaria, grazie ad una fitta rete di incroci di dati scientifici (analisi del ris sui colpi esplosi) e ad un altrettanto fitta attività di informazioni strutturata su interrogatori e intercettazioni telefoniche, si e’ arrivati a delineare con concreta precisione quanto accaduto, delineando la dinamica di una discussione che, pur escludendo la premeditazione, d’altro canto sottolinea la pericolosità assoluta di soggetti che coscientemente si sono recati ad affrontare un chiarimento, armati di tutto punto.
Sin da pochi istanti dopo l’evento, le investigazioni si erano orientate verso l’ipotesi della sparatoria tra i soggetti e non verso la dinamica, da loro rappresentata, di un terzo ignoto veicolo con a bordo sconosciuti che avevano esploso nei loro confronti tutti i colpi.