Sessione invernale Cec: al centro le emergenze sanità, infrastrutture e giovani
È stata presieduta per la prima volta dall’arcivescovo Fortunato Morrone la Conferenza episcopale calabra. Eletto presidente il 4 ottobre, Morrone ha infatti coordinato l’incontro che si è svolto per la consueta sessione invernale presso il Seminario arcivescovile Pio XI di Reggio Calabria.
Dal 31 gennaio al 1 febbraio, si è inoltre tenuta l’apertura dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro (Teic) e del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro d’appello (Teica).
Gli arcivescovi e i vescovi della Calabria hanno accolto monsignor Claudio Maniago, neo arcivescovo di Catanzaro-Squillace che ha partecipato per la prima volta ai lavori della Cec.
I vescovi hanno inoltre condiviso il sollievo di monsignor Bonanno, vescovo di San Marco Argentano-Scalea, assolto dopo 11 anni dall’accusa di violazione del segreto investigativo, ottenuto nel terzo grado di giudizio e con formula piena dopo aver anche rinunciato alla prescrizione.
I presuli hanno voluto aprire un dialogo con il mondo istituzionale, invitando ad un incontro il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.
L’attenzione si è concentrata principalmente su tre emergenze della Calabria: sanità, infrastrutture e giovani, e sull’ambito dei Beni culturali ecclesiali, il cui patrimonio, opportunamente valorizzato in collaborazione sinergica, può avere notevoli positive ricadute.
Il desiderio di proseguire nella linea di collaborazione è stato condiviso per cercare di servire al meglio tutte le persone della nostra terra. In questa linea si è concertato di proseguire in futuro con incontri periodici più ravvicinati di confronto e di verifica.
Sulla dolorosa vicenda legata alla piccola Ginevra (QUI), i vescovi della Calabria hanno espresso il proprio rammarico e cordoglio e manifestato cristiana vicinanza e sostegno spirituale alla famiglia.
I presuli si sono anche soffermati sulla disperazione che stanno vivendo coloro che hanno perso il lavoro e soffrendo a causa delle crisi scaturite in seguito alla pandemia, mentre gli episodi di Rende (QUI) e di Mesoraca vanno considerati come campanelli di allarme che devono destare l’attenzione delle Istituzioni di governo perché la Calabria non può essere lasciata sola.
Anche per questo, riconoscendo le difficoltà che sta attraversando il paese a causa della pandemia, è stato chiesto a tutti di sottoporsi responsabilmente al vaccino custodendo così la propria vita, quella dei propri cari e del prossimo.
Ampio confronto è stato dedicato al cammino sinodale delle diocesi e a questioni inerenti la vita ecclesiale regionale. In particolare sono stati ascoltati i responsabili dei Seminari, dell’Istituto teologico calabro, del Teic, del Teica e del nuovo percorso propedeutico dei candidati al presbiterato avviato a livello regionale nel Seminario di Rende, un’iniziativa sentita poiché maturata in un tempo di crisi vocazionale.