Ipotesi gara per spiagge libere, Legambiente: “Soluzione incondivisibile”

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"Una posizione, quella del Presidente Occhiuto, che non è assolutamente condivisa da Legambiente Calabria". Così l'associazione ambientalista commenta quanto affermato dal presidente durante un'intervista, dove si è mostrato aperto alla possibilità di mettere a gara ulteriori spazi di spiagge libere (LEGGI).

"Al contrario, la Regione Calabria dovrebbe limitare l’occupazione delle spiagge alzando il relativo limite" ribatte Legambiente. "Infatti, nella inesplicabile assenza di una norma nazionale che fissi un limite unitario di occupazione massima delle spiagge, attualmente, in base alle norme regionali, la quota minima di spiaggia libera o libera attrezzata che la Calabria deve garantire è solo del 30% a fronte del 60% di altre Regioni come Puglia o Sardegna".

"Una fortuna, basata sulla troppo spesso trascurata ed enorme bellezza della nostra regione di cui Istituzioni e cittadini calabresi sembrano, a volte, non rendersi conto pienamente e invece di pensare di dare in concessione altre spiagge pubbliche, sottraendole all’uso della collettività, è essenziale procedere alla riassegnazione delle concessioni demaniali in base a criteri che incentivino progetti attenti alla qualità ambientale, alla tutela degli arenili e delle dune, all’utilizzo di materiali e fonti rinnovabili, alla raccolta differenziata e che garantiscano il diritto all’accessibilità per persone disabili" afferma Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria. “Attualmente, al contrario, troppo spesso regna il criterio della sostanziale privatizzazione delle spiagge, della cementificazione e distruzione del sistema dunale e dell’abusivismo edilizio".

"Le aree costiere e le spiagge devono essere al centro di un serissimo ragionamento sul futuro della Calabria che passi attraverso la riqualificazione ambientale e l’accesso sostenibile ai fini di una corretta fruizione turistica" conclude. "Occorre difendere il diritto dei calabresi ad andare al mare gratuitamente. Le Amministrazioni hanno il dovere di garantire spiagge pulite ed un mare libero ed esente da inquinamento restituendo alla collettività i tratti di mare non balneabili anche a causa del malfunzionamento o dell’assenza del sistema depurativo che costituisce una vergogna regionale".