Catturato a Sant’Onofrio latitante della Mafia, incastrato dalla carta di identità falsa
È stato catturato a seguito di un normale posto di blocco Antonino Trentuno, latitante di 27 anni ritenuto elemento di spicco del gruppo di “San Cocimo” della famiglia di Cosa Nostra catanese dei Santapaola-Ercolano.
Destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia etnea poiché accusato di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’operazione Quadrilatero eseguita il 20 settembre dai Carabinieri della Compagnia di Catania Fontanarossa, era latitante da alcuni mesi.
Ma ieri pomeriggio, nel corso di un posto di blocco tra gli svincoli di Pizzo e Sant’Onofrio, lungo l’autostrada A2 del Mediterraneo, in direzione sud, gli agenti della Polizia stradale di Vibo Valentia hanno fermato una vettura a noleggio, guidata da un vibonese già noto alle forze dell’ordine. A bordo c’era un altro uomo con un documento di identità che sembrava falso.
Gli agenti, dopo aver notato un atteggiamento nervoso e insofferente, hanno deciso di approfondire i controlli sulla vettura e i documenti.
Portati i fermati in ufficio, gli agenti della Mobile hanno accertato che il passeggero stava viaggiando con una carta di identità e il green pass falsi.
Gli approfondimenti, svolti con i militari del Reparto Operativo dei Carabinieri di Catania, hanno consentito di appurare la reale identità: cioè che si trattava di Antonino Trentuno.
Per questo motivo sono scattati gli arresti anche per l’autista guida dell’auto, accusato di favoreggiamento, mentre Trentuno, espletate le formalità di rito, è stato portato in carcere.
La cattura è avvenuta dopo diversi mesi di indagini da parte del Reparto Operativo di Catania che, anche grazie al sinergico scambio informativo con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, ha consentito di localizzare la presenza del ricercato tra l’Albania e la Grecia, ma anche di monitorarne il rientro in Italia e, più precisamente, in Sicilia.
L’indagine Quadrilatero ha consentito di disarticolare i gruppi criminali che gestivano tre fiorenti piazze di spaccio di droga nel quartiere di “San Cristoforo”, zona “San Cocimo”, roccaforte degli affiliati all’omonimo gruppo capeggiato da Maurizio Zuccaro, organico alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano.
Proprio Antonino Trentuno, genero di Lorenzo Saitta, detto “lo scheletro” (elemento di primo piano del gruppo di “San Cocimo”, e già condannato all’ergastolo), è ritenuto uno dei responsabili delle piazze di spaccio insieme a Roberto Spampinato, ritenuto vicino al gruppo di “San Cocimo” facente capo a Maurizio Zuccaro, Concetta Zuccaro, sorella dell’anzidetto boss ergastolano.
Le indagini hanno scoperchiato un complesso e articolato traffico di sostanze stupefacenti gestito da gruppi criminali organizzati secondo un modello gerarchico, con al vertice i capi piazza che, avvalendosi del contributo degli associati come vedette, pusher, rifornitori e custodi della droga, garantivano l’operatività delle piazze di spaccio, ubicate tra gli stretti vicoli del quartiere e in particolare in Via San Damiano, Vicolo Testai e Via Avola.
Lo spaccio, in alcuni episodi, ha inoltre coinvolto bambini. I sodali, impiegati in diversi turni orari nell’arco della giornata, erano abili nel rimodulare le strategie operative a causa dei pressanti controlli da parte delle dell’ordine.
Il gruppo, infatti, spostava le piazze in diverse vie e vicoli dello stesso quartiere, ma modificava in continuazione le modalità di cessione.