Clan Bonavota, catturato il presunto boss: era latitante da due anni
È finita ieri sera, dopo due anni, la latitanza di Domenico Bonavota, 41enne considerato dagli investigatori esponente di vertice e a capo dell’ala militare dell’omonima cosca (QUI) di ‘ndrangheta del vibonese.
Il ricercato è stato rintracciato e catturato in un’abitazione proprio a Sant’Onofrio, cittadina in cui il clan ha il suo caposaldo. I carabinieri hanno fatto irruzione nella casa dopo aver accuratamente circondato la zona e ammanettando il latitante senza che questi opponesse alcuna resistenza.
Bonavota, come dicevamo, era costantemente ricercato dai militari e dalla Dda catanzarese da quando, nel novembre del 2018, era stato condannato, in primo grado, all’ergastolo, insieme ai fratelli Pasquale e Nicola e a Francesco Fortuna (QUI), nell’ambito dell’operazione Conquisita (QUI), per l’omicidio di Raffaele Cracoliti (ritenuto il boss di Maierato ed ucciso il 4 maggio del 2004) e di Domenico Di Leo, detto “Micu i Cataluni”, (ammazzato a Sant’Onofrio il 12 luglio del 2004 a colpi di kalashnikov e fucile calibro 12).
Ma su di lui pendono anche altre due ordinanze nel contesto di altrettante importanti inchieste, la Rinascita-Scott (QUI), del luglio scorso, e per le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso essendo ritenuto capo e promotore della Locale di Sant’Onofrio; e la Imponimento (QUI), in cui è stato destinatario di un fermo di indiziato di delitto.
I carabinieri stanno ora valutando la posizione delle persone che avrebbero ospitato e coperto la sua latitanza. Le manette sono difatti scattate anche per Pino Lucio Laria, 45 anni, affittuario della casa dove è stato ritrovato Bonavota, e Antonino Ruggiero, 23enne trovato in compagnia del ricercato.
Il latitante, terminate le formalità di rito è stato portato nel carcere di Vibo Valentia mentre i presunti favoreggiatori sono stati posti ai domiciliari.
(aggiornata alle 10:30)