Depurazione, ordinanza di Occhiuto: “Poteri straordinari per smaltire fanghi Comuni in difficoltà”
Una nuova ordinanza sulla depurazione in Calabria è stata firmata dal governatore Roberto Occhiuto, e che prevede che entro pochi giorni siano definiti - con poteri straordinari affidati al Dipartimento Ambiente della Regione - gli interventi prioritari da attuare negli impianti di regionali, a cominciare dai Comuni della fascia tirrenica compresa tra Tortora e Nicotera.
Le iniziative saranno finalizzate alla corretta gestione dei fanghi di depurazione derivanti dal trattamento delle acque reflue urbane, depositati e stoccati negli impianti, e al loro trattamento e smaltimento finale in impianti idonei e autorizzati, individuando puntualmente le attività da eseguire e i costi da sostenere.
Così ed anche rafforzare le attività di depurazione Occhiuto ha firmato la nomina del nuovo commissario del Corap: Sergio Riitano, “un manager che – sostiene il presidente - vanta importanti relazioni con primarie aziende nazionali e internazionali”.
L’ordinanza arriva a seguito dell’indagine per verificare la gestione dei fanghi prodotti dagli impianti di depurazione dell’area costiera tra Tortora e Nicotera: un approfondimento che ha coinvolto 38 Comuni e 48 impianti tra le province di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia.
Dall’indagine è emerso che la produzione di fanghi dichiarata dai gestori è inferiore al valore atteso, calcolato come 41 kg all’anno per abitante.
Il quantitativo dichiarato è in linea con la produzione rilevata per la Calabria nell’ultimo rapporto Ispra – ovvero 10 kg all’anno per abitante -, confermando le criticità del nostro sistema di depurazione.
“Circa 22.500 tonnellate di fanghi sono accumulate negli impianti. Si tratta per lo più di fanghi pompabili, ossia fango liquido ancora da trattare, che deve essere gestito come un rifiuto speciale” spiega ancora il governatore.
Lo smaltimento dei fanghi, ribadisce poi Occhiuto, è un’operazione “indispensabile per completare in modo razionale il ciclo depurativo delle acque reflue e assicurare la tutela dall’inquinamento delle coste calabresi. Ed è fondamentale soprattutto per garantire la piena funzionalità degli impianti, che al momento non possono lavorare a pieno regime proprio perché in parte ingolfati da questo accumulo”.