Cattura Spagnolo: acciuffato a pranzo tenta la fuga dal tetto. Denunciata una donna
I carabinieri sono entrati in azione intorno alle 14 quando il presunto boss stava per mangiare, era infatti ancora alle prese coi fornelli, intento a cucinarsi il pranzo.
Un boccone che, qualora avesse fatto in tempo a consumare, è facilmente prevedibile gli sarebbe comunque andato di traverso per “colpa” delle forze dell’ordine.
È così che è finita ieri pomeriggio la latitanza di Fernando Spagnolo, 67enne presunto boss di Stilo (QUI). I militari lo hanno localizzato all’interno di un casolare di campagna, a Casali del Manco, sulla Sila cosentina.
Per arrivare al suo nascondiglio c’è voluto un lavoro “corale” che ha visto coinvolti gli investigatori dell’Arma di Reggio Calabria, affiancati dai colleghi di Crotone e Cosenza, che hanno fornito il loro contributo informativo e di conoscenza del teatro di operazione.
Il tutto è stato accuratamente coordinato dalle Direzioni Distrettuali Antimafia della città dello Stretto e di Catanzaro, dirette rispettivamente dai Procuratori Giovanni Bombardieri e Nicola Gratteri.
All’arrivo nel casolare, Spagnolo - che era protetto anche da sistemi di videosorveglianza e da un allarme - ha cercato fuggire sul tetto dell’abitazione riconducibile a una donna cosentina di 46 anni, che è stata sorpresa in sua compagnia e perciò denunciata in stato di libertà per procurata inosservanza di pena.
Nonostante gli accorgimenti, dunque, il nascondiglio non è sfuggito al fiuto dei carabinieri che hanno arrestato il 67enne in un blitz perfettamente riuscito grazie anche alla professionalità dei Reparti impiegati, tra cui spiccano l’Aliquota di Primo Intervento di Reggio Calabria, specializzata in interventi risolutivi, e lo Squadrone Cacciatori di Vibo Valentia, da sempre in prima linea nella cattura dei ricercati. Nel casolare sono state anche sequestrate diverse armi da fuoco.
Spagnolo - che dopo le formalità è stato poi accompagnato nella casa Circondariale di Cosenza - era ricercato da quasi tre anni, ovvero dal giugno 2019 quando la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria emise a suo carico un ordine di carcerazione per l’omicidio di Marcello Geracitano, ucciso a Stilo nel gennaio del 2005 (QUI). Per questo fatto il ricercato dovrà scontare l’ergastolo, una pena che nel frattempo è divenuta definitiva.
Il 67enne era anche ricercato perché ultimamente raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, per associazione per delinquere di tipo mafioso, essendo considerato al vertice e il promotore della locale di ‘ndrangheta dello Stilaro.
Il provvedimento, emesso dall’Ufficio Gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Dda, l’8 marzo scorso aveva portato all’arresto di nove persone nell’ambito dell’operazione chiamata in codice “Doppio Sgarro” (QUI), concepita e condotta dalla Compagnia Carabinieri di Roccella Jonica.